AS ROMA NEWS DYBALA INFORTUNIO – Prezioso come una Joya. Fragile come un cristallo, scrive Il Messaggero. Non bluffava Mourinho quando nel post-gara di Roma-Cremonese provava a spiegare il motivo per il quale aveva deciso di preservare inizialmente Dybala: «Mi confronto sempre con il mio comparto medico. E se i dati che mi forniscono fanno sì che ci siano calciatori che sono troppo sovraccaricati a livello muscolare, devo prendere una decisione. Rischiare o no. Ma se poi lo faccio e Dybala gioca, magari vinciamo in coppa ma poi lo perdo per un mese».

Stavolta è andata meglio. Perché José ha rischiato, ha fatto giocare l’argentino a Salisburgo dopo le fatiche di Lecce e nonostante la leggera ‘pizzicata’ avvertita dall’attaccante sul finire del primo tempo al flessore sinistro, Dybala si è fermato in tempo. Ieri i controlli effettuati a Trigoria hanno confermato la diagnosi del sovraccarico muscolare. Nessuna lesione muscolare, quindi, e gran respiro di sollievo da parte di tutti. Mou in primis.

Il calciatore sarà valutato nelle prossime 48 ore per poi seguire un protocollo medico in accordo con lo staff giallorosso. Tradotto: Paulo salterà l’impegno con il Verona in campionato e proverà a recuperare per il ritorno di giovedì in Europa League dove la Roma è attesa da una partita che dovrà vincere con due gol di scarto. Non proprio una passeggiata.

Ora, anche se la grande paura è passata, resta la riflessione di fondo su Dybala. Per qualità, l’argentino è nella top 3 del nostro campionato. Sciorinare per l’ennesima volta i numeri dell’attaccante e paragonarli a quelli dei suoi compagni di reparto è diventato ormai un esercizio di retorica. La Luce, come lo chiama Mou, è semplicemente di un altro pianeta.

Finora ha giocato 22 partite tra Serie A, Europa League e Coppa Italia (in totale 1.535 minuti in campo) con 11 gol, praticamente uno ogni due partite. Se si sommano i 7 assist stagionali, ci si renderà conto come l’argentino entri addirittura nel 43% delle reti giallorosse (42 centri in 31 partite). Una dipendenza tecnica che si scontra con la fragilità fisica. Perché un calciatore che fatica a giocare ogni tre giorni è un elemento da preservare a tutti i costi.

Ormai non si scappa: quando viene impiegato più di una volta a settimana, si va incontro ad un grande punto interrogativo. Può andare bene ma si rischia. Sempre. E questa è la spada di Damocle con la quale deve convivere Mourinho. Per Dybala è il secondo infortunio stagionale dopo il problema che l’ha tenuto fermo un mese tra ottobre e novembre 2022: ora bisognerà capire quanto resterà fermo. Perché anche se la lesione è esclusa, giocare con la paura di farsi male, è un altro fattore da prendere in considerazione. Lo si sta vedendo in queste gare con Wijnaldum: clinicamente ristabilito ma inevitabilmente frenato nei contrasti, nella foga agonistica, in virtù della tibia fratturata in allenamento lo scorso agosto. Per Dybala, più o meno, è la stessa cosa.

Saper di aver recuperato ma giocare con il timore di effettuare un’accelerazione, calciare in porta, fa sì che il ragazzo giochi inevitabilmente condizionato. Del resto basta dare un’occhiata alle ultime due stagioni tinte di bianconero: 18 gare saltate per infortunio nel 2021-22, 21 nel 2020-21. Inevitabilmente un problema in più per Mourinho. Che oltre ad avere a disposizione una panchina che sia numericamente che per rendimento si sta accorciando sempre di più, ha perso a gennaio l’uomo che, con caratteristiche certamente diverse, poteva però regalargli un cambio. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è a Zaniolo.



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