Roma-Milan è lo spareggio per il secondo posto e un incrocio di ricordi ed emozioni. Stasera all’Olimpico si ritrovano di fronte Spalletti e Montella, amici ma non troppo, pronti a duellare un’ altra volta per una posta in palio pesantissima. Non potevano che esser loro ad accendere la vigilia, oltre ai tre squilli juventini nel derby torinese che consentono alla capolista di accomodarsi sul divano e gustarsi la sfida tra le inseguitrici dall’alto di 7 punti di vantaggio. Montella davanti ai microfoni usa sempre la stessa tattica: ride e scherza per edulcorare le sue bordate e confondere chi lo ascolta. Spalletti da par suo incassa, fa credere di stare al gioco con gusto e intanto sparge frecciatine nelle risposte. D’altronde prima di ritrovarsi a gestire il delicato finale di carriera di Totti, il tecnico di Certaldo ha provato proprio con Montella cosa significhi accompagnare un campione verso la porta d’uscita. Lo ha conosciuto a Empoli giovanissimo come compagno di squadra, poi lo ha allenato per due brevi parentesi in Toscana e alla Samp, quindi se l’e ritrovato a Trigoria nel 2005 e, complice l’eta e gli acciacchi, non ha puntato molto su di lui. L’Aeroplanino non l’ha presa benissimo e ancora ci soffre: «In una fase a Roma – ha detto Vincenzo ieri nella conferenza prepartita – Spalletti poteva darmi di più, ma l’ho perdonato. In quel periodo meritavo di giocare di più. Mi ha influenzato molto la sua presenza, l’ho studiato quando mi allenava, cercavo di capire i suoi metodi. Stavolta non ci siamo sentiti, avrei tolto diversi giocatori alla Roma, ma se devo dire una persona scelgo proprio Spalletti. La sua squadra è stata costruita per vincere lo scudetto».

Passano poche ore e arriva la replica da Trigoria. «Anch’io al Milan vorrei togliere Montella. Perche Roma e l’Olimpico sono casa sua. Lui tornera qui da allenatore sicuramente e sarà un grande tecnico. Ho letto che mi ha perdonato e mi fa piacere. D’ altronde è più facile capire un genitore quando lo si diventa. Ora ha già quei due o tre che lo perdoneranno in futuro». Tolto un sassolino, via il secondo: «Gli ritiro indietro la palla che ci ha lanciato: vero che la Roma è stata costruita per vincere mentre il Milan no. Il fatto che i rossoneri abbiano i nostri stessi punti in classifica evidenzia il vero valore degli allenatori: io sto facendo cose normali e lui straordinarie. Tra i due quello bravo è Montella».

Prima della partita si saluteranno affettuosamente, poi sarà Battaglia. «Noi anti-Juve? Vogliamo essere la squadra che ha vinto contro il Milan – prosegue Spalletti – a Torino si gioca dopo. Diventa fondamentale per la classifica e per la nostra identità ottenere questi tre punti, li vogliamo a tutti i costi, poi si vedrà lo scenario futuro. Siamo favoriti noi, giochiamo in casa, siamo costruiti per vincere e loro no: l’ha detto anche Montella». Non gli è andata proprio giù.

Alle lamentele di Simone Inzaghi e dei laziali, invece, preferisce non rispondere. «Per quanto riguarda i derby abbiamo già dato nel 2016. Se ne riparla nel 2017. Se proprio bisogna ricordare qualcosa e il buon lavoro che ha fatto Peruzzi con Inzaghi per portare la squadra ad alti livelli. Le nostre attenzioni sono tutte per il Milan, si va oltre». Presto bisogna pensare an-che al mercato: le prossime due gare possono «stimolare» anche Pallotta, ma Spalletti convinto che «la Roma come obiettivo ha quello di migliorarsi sempre a prescindere dai risultati. Tutti quelli che lavorano nella società daranno il meglio nel mercato per rendere più forte la squadra». Con Fabregas o chi per lui.

(Il Tempo – A. Austini)



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