Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – S. Carina) La tentazione è grande. Come la consapevolezza che una mossa del genere porterebbe Roma e Lazio a giocare (quasi) a specchio. Sì, perché anche ieri Di Francesco ha provato per l’intera seduta di allenamento il 3-4-2-1 che in fase difensiva si trasforma in un più accorto 5-4-1. Lo stesso modulo adottato contro il Barcellona e quello che più sorprende, con gli stessi uomini utilizzati contro i catalani. Questo almeno rimanendo alle esercitazioni di ieri. Se Eusebio in giornata cambierà qualcosa, vedremo. Nonostante Under e Pellegrini non abbiano perso le speranze di riuscire a strappare un posto da titolare in extremis, le gerarchie, ieri sera, sembravano ben delineate. Una cosa è certa: se modulo e calciatori saranno gli stessi dell’indimenticabile notte che ha sancito la qualificazione alle semifinali della Champions, sarà un inedito. Mai nella stagione infatti il tecnico ha schierato per due partite di fila la stessa formazione. Figuriamoci con il 3-4-2-1, varato proprio in occasione della rimonta contro i blaugrana. Di Francesco, però, intende sfruttare l’euforia che ha regalato l’impresa. Senza dimenticare che avendo giocato martedì, ci sono stati addirittura cinque giorni per recuperare.

IL PARADOSSO – Il derby, paradossalmente, arriva nel momento giusto. Perché la tensione che si porta dietro la stracittadina (con la posta in palio altissima), ha fatto sì che il gruppo da 36 ore sia tornato con la testa al campionato. Anche perché i jolly che la Roma poteva spendere entro la fine del torneo, li ha già sprecati tra Bologna e Fiorentina, racimolando appena un pari, azzerando così il vantaggio di cinque punti che aveva sui biancocelesti due settimane fa. Ora Roma e Lazio sono appaiate in classifica ma i giallorossi, in virtù del successo dell’andata per 2-1, rimangono ancora terzi. A tallonare la coppia, c’è l’Inter di Spalletti, lontana appena una lunghezza. Una delle tre – a meno di ulteriori exploit della Roma in Champions – rimarrà fuori l’anno prossimo dalla maggiore competizione per club. Un paradosso con il quale deve fare i conti Eusebio. Che non si fida, nonostante il clamoroso ko di Salisburgo, della squadra di Inzaghi. I due giorni in più di riposo potrebbero pesare ma il tecnico abruzzese è consapevole dei rischi che si porta dietro la gara, anche se la Lazio ha conquistato una sola vittoria nelle ultime dieci sfide di campionato contro la Roma, trovando la sconfitta in cinque degli ultimi sei derby (esclusi quelli di coppa Italia). E nonostante i biancocelesti abbiano perso le ultime tre sfide di campionato da squadra ospitante (mai nella storia, a Formello, sono arrivati a perderne quattro di seguito) e la Roma si presenti all’appuntamento con una sola sconfitta nelle gare giocate in trasferta in serie A. I numeri, infatti (Barcellona docet), sono fatti per essere smentiti. Immobile e compagni, nonostante la clamorosa eliminazione dall’Europa League, preoccupano per la facilità con la quale riescono a segnare. Domani sera all’Olimpico, si incroceranno il miglior attacco del campionato (quello biancoceleste con 75 reti all’attivo) contro la squadra, la Roma, che ha tentato invece più conclusioni in porta (558). La noia, per 90 minuti, dovrebbe albergare altrove.



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