ULTIME NOTIZIE AS ROMA LAZIO MOURINHO – E’ tornato il rumore dei nemici. Nonostante la sconfitta, José Mourinho (il cui nome era stata storpiato sul tabellone prima del match) ruba la vetrina a tutti e mitraglia la sua rabbia. Si capisce subito che la sconfitta nella Stracittadina non gli è andata giù e così, dopo aver parlato in tv, vorrebbe dare un seguito robusto in sala stampa, ma le regole scelte della Lazio – la Lega di Serie A dà tre opzioni – impediscono che l’allenatore possa farlo con domande dirette, scrive La Gazzetta dello Sport.
Allora, quando era già seduto, deve alzarsi e andare via furioso. E allora sbotta: «Chi l‘ha decisa questa cosa? Questa modalità è una cazzata, mettetevela al c… – dice al delegato terrorizzato -. Io voglio parlare con i giornalisti e voi non me lo lasciate fare. Dovete rispettare il lavoro di queste persone», indicando la stampa. Entra nel mirino della sua furia anche il fatto che ieri Maurizio Sarri abbia tenuto la conferenza stampa alle ore 20, cioè ben lontana dalla sua. Morale: sembra tonante come ai tempi belli nerazzurri del gesto delle manette. Certo, ha scoperto il derby di Roma inciampando, però gli successe la stessa cosa a Milano con l’Inter, e poi vinse tutto.
In ogni caso, anche in campo lo Special One era stato uno spettacolo. Correva a prendere la palla, discuteva con arbitro e quarto uomo, si è fatto ammonire per essere uscito dall’area tecnica per andare a parlare con gli accompagnatori laziali al momento di un cambio. Alla fine poi, prima di mandare la squadra sotto la curva Sud, tiene a rapporto i giocatori in mezzo al campo per incoraggiarli, rimproverarli, spronarli e complimentarsi tutto in una volta.
Insomma, il portoghese è senz’altro un genio mediatico, e anche un corsaro della parola. «La partita l’ha decisa l’arbitro, meritavamo un risultato diverso – aveva appena finito di dire a Dazn, complimentandosi con Parolo, ex Lazio, “per la vostra vittoria”, nell’imbarazzo dell’opinionista -. Comunque in dieci anni il calcio italiano è migliorato tanto. Purtroppo, in una partita fantastica, l’arbitro e il Var non sono stati allo stesso livello. Parlo del secondo gol, che dal 2-0 poteva essere 1-1 per il rigore non dato su Zaniolo. L’arbitro ha sbagliato, il Var anche ha sbagliato. E poi c’era pure il secondo cartellino giallo per Lucas Leiva, Era importante perché giocare in dieci conta tanto. Poi 2-3 situazioni simili a quella di Pellegrini con l’Udinese: a lui il rosso, stavolta niente. Sto con miei calciatori perché sono stati i più bravi in campo. All’intervallo avevo detto che potevano farci male in transizione, ma era normale, perché noi avremmo dovuto attaccare». I titoli di coda dell’allenatore sono folgoranti: «Abbiamo giocato e dominato. Quelli della Lazio hanno gestito gli ultimi minuti bene perché l’arbitro gliel’ha permesso. Io sono orgoglioso dei miei».
Meno orgogliosa a fine gara è la dirigenza giallorossa sull’arbitraggio. Il g.m. Pinto è andato a salutare l’arbitro Guida, come da costume, chiedendo però spiegazioni sulle decisioni contestate dai vertici romanisti. Dopo l’Udinese – con l’espulsione di Pellegrini che ha penalizzato la Roma nel derby – galleggia una sensazione di disagio e costernazione nella dirigenza e nella proprietà. Ma tanto a farsi sentire forte e chiaro ci penserà Mourinho.
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