AS ROMA NEWS LEICESTER MOURINHO – «Non venite allo stadio per guardare la partite, venite per giocarla». È l’appello di José Mourinho, la dolce richiesta di aiuto alla tifoseria giallorossa per la sfida di stasera all’Olimpico, dopo che già a Leicester – la settimana scorsa – aveva parlato di una possibile forza d’urto di 300mila persone: «Settanta mila saranno allo stadio, il resto fuori». Già, perché Mou sa bene che partite di questo peso specifico si vincono anche con il tifo, l’entusiasmo, la pressione. E sa anche bene che quella di stasera è a tutti gli effetti una finale, visto che per andare a Tirana bisogna vincere, scrive La Gazzetta dello Sport.
«L’ho detto e lo ripeto – dice l’allenatore della Roma – Disputiamo una finale, una delle due ultime partite della stagione nel nostro stadio. Mi piacerebbe che i tifosi giocassero con noi. Si può stare allo stadio come spettatori o per giocare: nel primo caso per noi il risultato è nullo, nel secondo è diverso. Contro il Bodo li abbiamo sentiti e non abbiamo giocato 11 contro 11, con il Bologna invece no, solo qualcuno in Curva Sud, ma il resto dello stadio non ha giocato con noi. Se domani i tifosi vogliono fare la differenza dovranno giocare con noi».
Facile che succeda, soprattutto dopo questo appello accorato dell’allenatore portoghese. Anche perché lo stadio sarà pienissimo, quasi 65mila persone, per il 14° sold out della stagione romanista. Insomma, ci sono un po’ tutti gli elementi per immergersi una serata storica, sulla falsariga di quella vissuta con il Barcellona nel 2018, quando con quella remuntada (3-0) i giallorossi si guadagnarono la semifinale di Champions League.
Prima della partita, però, Mourinho ricambierà il regalo che Brendan Rodgers – con cui ha lavorato 4 anni insieme nel suo primo Chelsea – gli ha fatto all’andata, una bella bottiglia di Barca Velha, il suo vino preferito (portoghese ovviamente, con un prezzo di circa 535 euro). «Gli ho comprato un regalo carino, ma se Brendan vuole il tè lo tengo per me e gli regalo del tè», ha detto Mou, riferendosi proprio alle parole di ieri mattina dell’allenatore del Leicester («Cosa mi aspetto? Una tazza di tè. Non sono un grande bevitore, ma non mi dispiace un bicchiere di vino. E comunque José non ha bisogno di ricambiare, il mio è stato un gesto di rispetto»). Ed invece Mou ricambierà, anche se ovviamente spera di festeggiare lui a fine partita.
Già, perché è vero che stasera mancherà Mkhitaryan («Per noi è insostituibile, un altro come lui non ce l’abbiamo in rosa», dice Mou), è altrettanto vero che José vuole arrivare in finale per scrivere una pagina importante della storia romanista. «È una partita che vogliamo vincere, contro un’ottima squadra, allenata da un ottimo tecnico. Meritiamo di finire la stagione celebrando qualcosa e un trofeo sarebbe fantastico. Se poi voglio di più per il prossimo anno? Sì, è chiaro». Ma per quell’aspetto lì ci sarà tempo per pensarci su, come e quando. Prima c’è il Leicester e – possibilmente – anche la finale di Tirana. E se lo stadio Olimpico staserà tiferà come sa fare, tutto sarà molto più semplice.
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