Romelu Lukaku

AS ROMA NEWS SLAVIA PRAGA MOURINHO – È una di quelle serate in cui José Mourinho non perdona. Urla nello spogliatoio, tuonando contro i giocatori, ed esplode anche in sala stampa, dopo aver sorseggiato un po’ d’acqua e schiarito la voce. Si può perdere, in campionato e in Europa, ma non così. Quando vieni dominato puoi solo ammettere la verità, scrive il Corriere dello Sport.

«Non riesco a spiegare una partita del genere, non è possibile – dice – Non ha funzionato niente, è stato tutto orribile. Voglio essere onesto e dire anche alla gente quello che ho detto ai giocatori: la vittoria dello Slavia è ultrameritata, così come la nostra sconfitta. Qualche volta succede che qualcuno merita di vincere e l’avversario non merita di perdere. Stavolta no. Ho fatto una piccola veloce analisi nello spogliatoio, che di solito preferisco non fare. Stavolta però non ero in panchina e ho sentito di dover parlare. Ho deciso io che nessun giocatore parlerà dopo questa serata (lo ha fatto solo Belotti prima del diktat dell’allenatore, ndi). Sono io qui a dirvi a nome di tutti che è difficile raccontare questa partita. Non mi è piaciuto niente a parte l’atteggiamento di Bove, molto serio e concentrato. Il resto è andato malissimo: quando un solo calciatore su undici affronta l’impegno in modo serio, non puoi cavartela».

È inevitabile immaginare che la testa di qualche calciatore fosse rivolta al derby in programma dopodomani. Mourinho su questo tema è ancora più duro: «Nessuno conosce la realtà romana più di me. Nemmeno i ragazzi che sono nati a Trigoria. Qualcuno evidentemente non ha lo stesso livello di professionalità che ho io. Io non pensavo minimamente alla Lazio. Anzi: se anche vinco il derby non dimenticherò questa sconfitta della quale sono il responsabile, in quanto allenatore».

Le scelte iniziali erano determinate dalla necessità: «Ho lasciato fuori Dybala perché non poteva giocare tutta la partita, ho escluso Cristante perché era stanchissimo. Avrei voluto utilizzare Zalewski a sinistra ed El Shaarawy in avanti (Zalewski è rimasto in panchina per l’influenza, ndi) ma non può essere solo questo a spiegare il rendimento della squadra. Quando non funzionano le cose devi almeno contrastare l’avversario nei duelli, nelle seconde palle. Invece non è riuscito nulla. Non azzeccavamo un passaggio. E i nostri difensori sembravano gli attaccanti dello Slavia…».

Prima di alzarsi dalla scrivania gli scappa un sorriso: «La scaramanzia mi regala un pensiero positivo: nella prima stagione avevamo perso malissimo a Bodo, nella seconda contro il Ludogorets, nella terza lo Slavia. Poi siamo sempre arrivati in fondo. Io non sono scaramantico e quindi sono dispiaciuto ma anche quest’anno siamo riusciti a rendere felice una tifoseria che ottiene un risultato straordinario».



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