AS ROMA NEWS MOURINHO – Il messaggio è duplice. Alla proprietà e alla piazza. Ancora una volta Mourinho dimostra perché è Special. Ultima tappa Haifa. In una notte che ha visto la Roma superare il Tottenham, José è stato capace di lanciare due segnali. Come riferisce Il Messaggero, il primo tecnico (e di mercato): Dybala e Zaniolo non sono alternativi ma possono giocare insieme.
Il secondo ‘sociale’ venendo meno al proposito di parlare soltanto alla vigilia del match con la Salernitana. Le parole utilizzate su Instagram nel post-gara non sono state casuali (“Grande partita di allenamento contro un top team”) e volte a frenare l’entusiasmo dilagante di un popolo che dallo scorso 25 maggio non fa altro che sognare. Prima festeggiando un trofeo atteso ben 14 anni, poi accogliendo un top player come Dybala. E ora contando le ore per i prossimi arrivi di Wijnaldum e Belotti (bloccato al momento da Shomurodov) che regalerebbero uno spessore europeo ad una squadra già competitiva.
Mou, però, ha imparato a conoscere bene questa città. E sa che questo crescendo boleriano di gioia – riscontrabile nella riposta del pubblico a livello di abbonamenti (oltre 36mila), nella corsa al biglietto per un match all’Olimpico il 7 agosto con lo Shakhtar e nella presentazione della Joya al Colosseo quadrato – va convogliato, indirizzato. E quindi la rivincita contro gli Spurs (club che lo esonerò due anni fa, privandolo di una finale di coppa) e il successo contro l’acerrimo nemico Conte, vengono declassati “a partita di allenamento”. Non un caso. Tradotto: calmi, non abbiamo ancora fatto nulla.
Ma Mou è Special soprattutto perché sull’onda del trionfo in Conference League, ha ribaltato tutte le filosofie che sembravano regnare a Trigoria. Prima del suo approdo, la nuova Roma targata Friedkin si era mostrata restìa a prendere calciatori svincolati: “Se lo sono, un motivo ci sarà…”, filtrava dal Fulvio Bernardini. Ora, con Svilar, Matic, Dybala e il prossimo step legato a Belotti, soltanto in una sessione ne potrebbero arrivare quattro.
Questo perché a José basta alzare il telefono e bloccare il calciatore di turno. Matic ha rivelato come abbia impiegato “meno di 5 minuti” a convincerlo. Anche Dybala ha confermato come la chiamata del tecnico sia stata decisiva ai fini della sua scelta. Belotti, già corteggiato ai tempi del Tottenham (ma il Torino disse di no ad un’offerta di 25 milioni più bonus), è difficile che al 1 agosto sia ancora libero se non ha ricevuto una rassicurazione. E chi meglio dello Special può avergliela fornita?
L’ultimo passo, in un contesto che vedrà il club a breve entrare in regime di Settlement Agreement, è stato quello di anticipare il salto di qualità. “Le occasioni vanno colte”, ha ripetuto in queste settimane. E in effetti non capita tutti i giorni di prendere Dybala, Matic più Belotti a parametro zero e assicurarsi un centrocampista di livello mondiale come Wijnaldum a prezzi di saldo, soprattutto considerando che soltanto un anno fa Psg e Barcellona se lo erano conteso a suon di milioni, rilanciando sull’ingaggio.
Proprio lo stipendio è stato lo scoglio più arduo da superare per il gm Pinto. L’olandese ha già rinunciato a 800mila euro (legati alla prima presenza in gare ufficiali) e in queste ore dovrà compiere un ulteriore passo, lasciando sul piatto un altro milione per permettere così alla Roma di pagare il 65% della parte fissa (7 milioni) e lasciare al Psg appena 2,5 milioni in questa stagione. Dalla prossima, infatti, il club potrà usufruire del Decreto Crescita che abbatterà il lordo. Operazioni da fare adesso con l’ultima scommessa da vincere sul campo. Ossia, trattenere Zaniolo. Il messaggio dell’altra sera è chiaro: a Nicolò e alla proprietà. Abbiamo fatto la storia, disse a Tirana, per poi aggiungere: Ma possiamo darle seguito. Con Zaniolo in rosa sarebbe più semplice.
José è convinto che nella prossima stagione la Roma possa ricoprire il ruolo di outsider. Se è vero che Juve e Inter hanno qualcosa in più, ripetersi per il Milan non sarà semplice, il Napoli ha venduto molto mentre la Lazio ha intrapreso un processo di rinnovamento per il quale ci vorrà pazienza e tempo.
E allora perché non crederci? Senza fanfare, proclami o frasi ad effetto. Ma in pieno stile Friedkin: con il lavoro quotidiano, sfruttando il fatto che la numerosa base italiana (Spinazzola, Pellegrini, Cristante, Mancini e Zaniolo) resterà a casa mentre il Mondiale prosciugherà le energie fisiche e mentali di molti. Senza contare poi, che al secondo anno Mou fa sempre meglio del primo.
Il curriculum parla chiaro: tolte le due esperienze allo United (dove comunque è arrivato secondo dopo 4 anni di delusioni e ha raggiunto la finale di Fa Cup) e al Tottenham dove viene esonerato in anticipo (con una finale di Carabao Cup da disputare), alla seconda stagione non sbaglia mai. Scudetto, coppa e supercoppa nazionale più coppa Uefa con il Porto; Titolo con il Chelsea; triplete all’Inter; Scudetto al Real Madrid; rivince la Premier con il Chelsea, nell’atto secondo allo Stamford Brigde.
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