ULTIME NOTIZIE AS ROMA DEBRECEN – La fase italiana della preparazione al campionato della Roma finisce con il 5-2 agli ungheresi del Debrecen, dove brillano soprattutto Pellegrini e Dzeko, i leader nel primo e nel secondo tempo. Adesso la Roma si trasferisce a casa di Mourinho, in Portogallo e anche se gli esperimenti non possono essere finiti, ci si aspetta più chiarezza nelle gerarchie e soprattutto qualche arrivo per dare alla squadra una fisionomia più completa, scrive il Corriere della Sera.
Vina non potrà essere usato subito ma arriva a colmare il buco totale in difesa a sinistra (in queste amichevoli il più utilizzato è stato Tripi) ma a destra Reynolds non sembra pronto per la Serie A. Sarà interessante capire cosa vuole fare il club con Florenzi.
Mourinho ha mescolato le carte, schierando due formazioni completamente diverse: fin troppi giovani nel primo, una squadra più solida nel secondo. Calcio estivo, per cui ci sta tutto. Forse anche un messaggio cifrato, come Bove e Darboe schierati insieme, il secondo sgridato dall’allenatore per una punizione battuta malissimo. Come dire: giocatori richiesti con forza, tipo Xhaka, prima arrivano e meglio è.
C’era interesse per il debutto tra i pali di Rui Patricio, lui sì scelta esaudita di Mou. Gli ungheresi del Debrecen, formazione con un passato importante (7 scudetti e 6 Coppe nazionali) ma neopromossa nella massima serie dopo un periodo di crisi, lo hanno impallinato dopo soli 4 minuti, infliggendo alla Roma il primo gol nel precampionato. Cross dalla sinistra con Reynolds (soprattutto) e Ibanez a guardare: il portiere portoghese non esce – un po’ alla Olsen – e Barany schiaccia facilmente in gol.
La reazione passa soprattutto da Pellegrini, il più attivo. Arriva il pareggio di Mayoral, su verticalizzazione di Ibanez, e poi il 2-1 del capitano che, servito da Zalewski, scarta tutti e segna un gol di pregevole fattura. Tra i giovani della Primavera l’italo-polacco sembra il più pronto. Nel primo tempo il 4-2-3-1 è stato solo una convenzione: 4-4-2 in fase difensiva (Pellegrini vicino a Mayoral) e un 3-2-1-4 in fase offensiva, con Reynolds e Zalewski molto alti.
Nella ripresa si è vista una Roma più matura e performante, questa sì legata al 4-2-3-1, dove Dzeko è stato l’uomo in più e Mkhitaryan (trequartista centrale) quello che è sembrato meno a suo agio. Zaniolo ha segnato un bel gol e dato segni di ripresa, Fuzato non si è coperto di gloria sul 3-2 ungherese e poi è salito in cattedra Dzeko, con due bei gol oltre al solito lavoro da «nove e mezzo» ad aprire spazi per la squadra. L’impressione è che la Roma dipenda ancora tanto dal bosniaco ma che, per essere davvero competitiva, serviranno i gol dei trequartisti e dei centrocampisti.
Ora salirà il livello delle avversarie – Porto, Siviglia e Betis – e arriveranno altre risposte. E magari qualche rinforzo e qualche cessione degli esuberi.
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