Josè Mourinho

AS ROMA NEWS FROSINONE MOURINHO – Non è stata la prima volta, non sarà l’ultima. Ma certo ieri sera la presenza di José Mourinho a centrocampo, mentre la squadra si riscaldava, aveva un valore enorme: per i suoi giocatori e per i tifosi. Lo hanno capito tutti, soprattutto i 62mila dell’Olimpico che, infatti, al momento della lettura delle formazioni, lo hanno acclamato. Non che ci fossero dubbi, al massimo voglia di qualche conferma: i romanisti, in blocco, sono tutti con José Mourinho. E lui con loro, oltre che con i suoi giocatori (bello l’abbraccio a Pellegrini, altrettanto bello il buffetto a Dybala quando sono usciti) e con il suo staff, scrive il Corriere dello Sport.

Nuno Santos, nei rari momenti in cui Mourinho si è seduto in panchina, guidava la squadra; Foti, al momento del 2-0, si è stretto intorno a lui perché è vero che Mou è un uomo solo, ma è vero anche che i suoi collaboratori gli fanno quadrato intorno. Sotto gli occhi della proprietà e della società al gran completo, in una notte d’autunno che sapeva di primavera, la prima senza sold out in campionato dal 20 marzo 2022, José Mourinho ha dimostrato, ancora una volta, che è la Roma è lui. A sua immagine e somiglianza: «Nel primo tempo abbiamo concesso un paio di opportunità, ma come compattezza di squadra siamo andati bene grazie a un grande sforzo di tutti. Siamo uniti e sono contento che i giocatori abbiano vinto la partita. Siamo stati squadra contro un gruppo che di Serie B non ha nulla: il Frosinone mi piace».

A piacergli, e tanto, è anche Lukaku: «Segna ovunque va. Romelu è Romelu, non sono in grado di descriverne la qualità». Le qualità sono anche quelle di Smalling, Renato Sanches e Llorente, che Mourinho vorrebbe avere a disposizione: «Non ci sono ora, vediamo un miracolino per Cagliari, ma dobbiamo lottare. Quando vedo Max (Allegri, ndr) che senza Bremer mette Rugani dico che è fortunato. Per me non è così, ma non c’è problema. Siamo qui, lottiamo».

Qui e adesso: le parole chiave di tutto il pensiero di Mourinho, anche quando gli viene chiesto del contratto: «Tre mesi fa ero amato, c’era il panico al pensiero di un mio addio. E adesso visto che abbiamo avuto un inizio orribile di campionato sono stato messo in discussione. Ma non è un problema. Il mio futuro è fino al 30 giugno, è un compromesso serio. La società vicina? Non ne devo parlare, la proprietà è la proprietà, non si può dire altro. Sono contento anche per loro dopo questa vittoria».

Sui singoli: «N’Dicka veniva da un altro campionato, non è facile adattarsi, vista anche la sua natura. Ha qualità con la palla, ma stasera (ieri, ndr) era nervoso. Anche Aouar ha bisogno di tempo. Lukaku a parte, ovviamente, il più pronto è Renato Sanches tatticamente».

Infine, su Dybala: «Fisicamente è arrivato al limite, non giocherà giovedì. Ma era troppo importante vincere, senza tre punti – sorride Mou – sarebbe esploso il Colosseo o ci sarebbe stato un attacco a San Pietro. Smalling a Cagliari, al massimo per la panchina, ci sarebbe utile». La certezza, ancora una volta, sarà Lukaku: «Nessuno potrà accusarmi – chiosa Mourinho di non farlo segnare». Poco. Ma sicuro. Come è sicuro quello che dice alla fine di una lunga settimana: «Sono sempre stato il porto di sicurezza di questa gente nei momenti difficili. In quelli facili mi faccio da parte».



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