Rassegna stampa
Roma, Mourinho picchia forte: “Dopo 22 anni si segna ancora in fuorigioco”
AS ROMA NEWS MOURINHO – Era soltanto una questione di tempo. La tregua Mourinho-arbitri, con i complimenti a Sozza per la direzione di Inter-Roma, è già dimenticata. Tra Pairetto e Fabbri, l’ultimo weekend calcistico dello Special One è stato lungo e indigesto. Più che l’arbitro di Ravenna, del quale nel match pareggiato 0-0 contro il Bologna non ha condiviso il metro di giudizio, ritenuto troppo ondivago, l’obiettivo numero uno di José è diventato il fischietto di Torino, protagonista suo malgrado di Spezia-Lazio, scrive Il Messaggero.
E così, alla prima occasione, è arrivata l’immancabile frecciata: «In 22 anni che alleno, due cose non sono cambiate. Mi riferisco alle domande su chi ha giocato e chi no e la possibilità di vincere con un gol in fuorigioco. Si poteva 22 anni fa e si può anche adesso. Perché sabato è accaduto proprio questo. Se voi volete nascondere che una squadra ha vinto con un gol in fuorigioco nel 2022, allora dovete farmi nuovamente la domanda sulla prostituzione intellettuale». Apriti cielo. José non menziona mai la Lazio ma ci vuole molto poco a capire che il portoghese si riferisce al gol del 4-3 di Acerbi. La replica del club biancoceleste di ieri è la scontata conferma.
Pairetto torna così nel mirino. È l’arbitro che quest’anno gli ha fatto perdere maggiormente la pazienza tanto da rimediare un’espulsione in Roma-Verona dello scorso 20 febbraio. Le famose manette interiste vengono sostituite all’Olimpico dal gesto del telefono che sa tanto di passato. Un rapporto difficile, quello con il neo-internazionale (promosso a gennaio), che già aveva avuto un precedente non felice, il 1 dicembre nel match tra Bologna e Roma. In campo José protesta a lungo per l’accanimento tenuto nei confronti di Zaniolo e per l’ammonizione rifilata ad Abraham, che diffidato, sarà poi costretto a saltare la sfida contro l’Inter.
A fine partita, il portoghese consiglierà a Nicolò di andare a giocare all’estero «visto come viene trattato». C’è quindi un prima e un dopo. Un passato, più o meno recente, che si va ad incastrare con un presente che vede Roma e Lazio giocarsi il quinto posto e la qualificazione diretta alla prossima Europa League.
Soldi, prestigio, preparazione estiva, sono temi che si sommano alla frustrazione per l’ennesimo episodio che la Roma ritiene l’abbia penalizzata: c’è un po’ di tutto nelle parole di domenica sera di Mou. Che ha protestato a lungo anche per il tocco con la mano di Medel ad inizio partita, non esprimendosi invece sul contatto Kumbulla-Orsolini che ha generato le rimostranze della panchina bolognese.
Ma al di là del singolo episodio, è il trattamento riservato alla squadra che non piace al portoghese. Il 5 febbraio, dopo il gol annullato a Zaniolo in Roma-Genoa per un precedente fallo sanzionato a Abraham su Vazquez, era stato chiaro: «Noi agli occhi del Palazzo siamo piccolini». E sabato, nella sua ottica, è andata in scena la conferma di quello che pensa dall’inizio del torneo. Magari in modo indiretto ma comunque il risultato è sempre lo stesso.
Perché se il gol di Acerbi e i due punti in più che ne conseguono dovessero poi rivelarsi decisivi nella corsa all’Europa League, chi lo andrebbe a raccontare ai Friedkin? O a Pinto che vedrebbe, inevitabilmente, il budget di mercato limitato da una nuova partecipazione alla Conference (a meno di un successo in questa edizione). Dall’inizio della stagione, in pochi lo hanno soddisfatto. Un’ammonizione sbagliata, un rigore non concesso, un altro dato ma non fatto ripetere: da agosto ce n’è per tutti i gusti. Ma soprattutto per tutti gli arbitri. Tuttavia da Rapuano a Fabbri, passando per Guida, Orsato, Maresca, Aureliano, Chiffi, Massa, Abisso e De Feo, Pairetto fa caso a sé. Perché è riuscito ad infastidirlo anche non arbitrando direttamente la Roma.
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