Josè Mourinho

AS ROMA NEWS LAZIO DERBY COPPA ITALIA MOURINHO – La Roma perde il quarto derby dell’era Mourinho e viene eliminata dalla Coppa Italia. Ma le prime parole del suo allenatore al fischio finale sono sul Var e sulla generosità dei rigori moderni. Impossibile per il portoghese spiegare l’ennesima sconfitta stagionale arrivata dopo cento minuti di non calcio. Possibile invece nascondersi dietro i soliti alibi, scrive La Repubblica.

«Abbiamo delle grandi difficoltà e lottiamo sempre per superarle. Ma oggi perdiamo la partita per un rigore del calcio moderno, del Var. Che l’arbitro non vede da tre metri. Vent’anni fa nessuno si sarebbe buttato in quel modo per cercare il rigore. Ma poi quando c’è uno seduto davanti alle telecamere che decide di chiamare Orsato al Var e vede questo minimo contatto, è costretto a fischiare».

Giustificazioni, tante. Colpe, altrettante. Quelle di una squadra impaurita, lenta e assolutamente incapace di creare qualche minima apprensione alla Lazio. Un solo tiro in porta. Dopo ottantasette minuti, nel momento dell’arrembaggio finale. Per il resto una scena muta imbarazzante e ingiustificabile. Con la ciliegina del far west finale tra rossi (Mancini, Azmoun e Nuno Santos) e risse. Senza che si giocasse mai a calcio.

Ma per tutto questo non sembra esserci risposta. Mourinho non incolpa, ma avvisa ancora una volta i singoli «da alcuni sono stato molto deluso». Nomi non ne fa, ma la frustrazione per l’ennesimo infortunio di Dybala è tanta: «Quando lui non c’è per noi è un enorme problema. C’è meno connessione di gioco, meno qualità nel possesso palla». Uscito dopo 45, l’argentino stecca l’ennesimo derby della sua carriera romanista.

Quarta stracittadina da comprimario e da giocatore camminante, culminata con l’infortunio. Su di lui e Lukaku erano aggrappate le speranze romaniste, prontamente smentite da una partita non giocata. Con il belga abbandonato a sé stesso in attacco e capace solo di inventare dal nulla una rovesciata (fuori) dopo 97 minuti di sofferenza.

Ma l’errore più grande è sulle spalle del più piccolo in campo. Il giovane Huijsen, suo malgrado, colpevole del fallo da cui nasce il rigore di Zaccagni. Inesperienza ed emozione che in una partita come il derby, solitamente, chiedono il conto. Mourinho lo solleva da ogni responsabilità: «Un bambino top, come giocatore e come persona. Che merita questa opportunità». Lui sì, probabilmente i tifosi della Roma no. Almeno contro la Lazio. Alla fine tra giustificazioni, proteste e risse la Lazio vola in semifinale e Roma che per il quinto anno consecutivo esce ai quarti. Gettando al vento il primo obiettivo stagionale.



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