Josè Mourinho

AS ROMA NEWS FIORENTINA MOURINHO – Si spera che ci sia vita su Marte. Perché, di polemica in polemica, la sensazione è che gli arbitri dovremo presto andarli a cercare sempre più lontano, visto che questi del Belpaese – causa ricambio generazionale in corso – stanno convincendo sempre meno, scrive La Gazzetta dello Sport.

Le frecce più acuminate in questa sorta di battaglia virtuale che si è scatenata, le ha senz’altro scagliate José Mourinho, anche perché obiettivamente la Roma ha avuto parecchio da lamentarsi su quanto è avvenuto in questa stagione. L’ultimo atto di questa sorta di via crucis è avvenuta due giorni fa a Firenze, con lo Special One che ha sintetizzato la stagione in questo modo: «Siamo stati vittime di tanti episodi che non hanno spiegazione».

Stavolta, però, l’allenatore portoghese non è stato il solo a parlare, perché a supportarlo è sceso in campo anche il general manager Tiago Pinto. «Ci sono delle situazioni che non capiamo – ha tuonato –. Non voglio contabilizzare i punti persi, ma ci sono stati episodi a nostro sfavore frutto di chiari errori. Abbiamo sempre cercato il dialogo con gli arbitri, ma ora sono stanco. Ci fanno i complimenti perché rappresentiamo l’Italia nelle Coppe, ma queste cose non cambiano le classifiche». Tutto vero. Di certo, però, le lamentele di Mourinho per questioni arbitrali in questa stagione – fra piccole e grandi – sono state tantissime: 12 in campionato, 1 in Coppa Italia e 2 in Conference League.

In ordine di apparizioni sono entrati nel mirino dello Special One almeno una volta questi direttori di gara per azioni (o mancate azioni) sul campo: Rapuano, Guida, Orsato, Maresca, Aureliano, Pairetto, Chiffi, Di Bello e Fabbri. A questi ci sono da aggiungere quelli criticati per l’utilizzo del Var: Irrati, Nasca, Mazzoleni, Di Paolo, Piccinini e Banti. Morale: un totale di quindici arbitri, con funzioni diverse, che almeno una volta avrebbero danneggiato la Roma.

A questo punto la domanda è: basterebbe una palingenesi (magari chiarendo definitivamente l’utilizzo del Var) oppure occorrerebbe una vera e propria epurazione? Non sono mancate bacchettate neppure per due arbitri stranieri che hanno diretto Roma-Bodo (2-2) e Bodo-Roma (2-1), cioè il greco Papapetrou e l’olandese Gozobuyuk. In ogni caso, nelle totale delle 15 partite stagionali in cui ci sono state polemiche da parte dell’allenatore portoghese i giallorossi hanno conquistato appena 8 punti, frutto di una vittoria e 5 pareggi.

Un bilancio magro, che Mourinho ha mal tollerato. C’è da segnalare, però, che non sono mancate le partite in cui lo Special One ha fatto i complimenti ai direttori di gara, così come agli avversari che lo hanno battuto. Le sconfitte stagionali, in effetti, non sono state poche, 14, di cui 11 in campionato, dove i giallorossi hanno solo un punto in più rispetto allo scorso campionato, quando in panchina c’era Fonseca.

Ovvio che le polemiche non sono state tutte uguali, così come gli errori. Abbiamo accennato al doppio match col Bodo, ma lì le accuse erano state “solo” per due mancati rigori nel primo caso e dei fuorigioco inesistenti nel secondo. Velata era stata anche la polemica dopo il 2-0 a San Siro contro l’Inter, quando Di Bello in campo e Pairetto al Var – oltre alla gestione dei cartellini – non segnalarono un fallo su Oliveira prima del raddoppio di Sanchez. Poca roba, in confronto all’ira che ha scatenato il campionato.

Eppure, grazie soprattutto all’input della famiglia Friedkin, la Roma ribadisce di avere sempre cercato il dialogo con i vertici arbitrali, senza mai cercare di scavalcare l’Aia per approdare direttamente nelle stanze della Federcalcio. La stessa società, inoltre, fa capire come la stessa comunicazione muscolare di Mourinho sia cambiata nel corso della stagione, non sparando più a zero. C’è stato anche l’ingresso nel club dell’ex arbitro Calvarese per spiegare al meglio il regolamento. Nel tentativo di non mettere in difficoltà gli arbitri è stato chiesto anche a giocatori e staff di non esagerare mai nelle proteste. Ma la pazienza giallorossa è nuovamente terminata.



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