ULTIME NOTIZIE AS ROMA UDINESE – José Mourinho è visibilmente amareggiato e deluso, una vittoria con l’Udinese avrebbe potuto decretare il sorpasso sull’Atalanta (ha una partita un meno). Ma, a differenza del passato, sceglie di percorrere la strada della diplomazia e di non scagliarsi apertamente contro la squadra o i singoli, scrive Il Messaggero.
Una decisione frutto del patto tra lui e i calciatori dopo la sfuriata di Milano. È uno Special One soft, che prova a comprendere le problematiche di chi lo circonda, allontanando la gogna mediatica e le polemiche. Lo ha fatto con Zaniolo diffidato e a rischio squalifica per il derby («Aveva paura di Di Bello») e con tutta la squadra («Ha pesato la partita di giovedì giocata su un campo di patate»), anche se ci ha tenuto a sottolineare che l’approccio sarebbe dovuto essere differente («Bisognava avere uno spirito diverso»).
Insomma, un Mourinho paterno che bacchetta (in pubblico) quanto basta i suoi ragazzi, ma senza creare drammi che possano alterare il precario equilibrio trovato da circa un mese: «Pareggiare 1-1 ci dà un punto e la sensazione di otto partite di fila senza sconfitte in campionato». Il bicchiere, dunque, è mezzo pieno anche perché passare all’attacco con una partita di qualificazione di coppa e il derby all’orizzonte non sarebbe stato saggio: «Ho detto ai giocatori che non possiamo scegliere le partite, non possiamo dire che una è più importante dell’altra. Dobbiamo avere forza mentale, migliorare questo aspetto. Sappiamo che non è facile giocare di giovedì e poi domenica, soprattutto fuori casa».
Mourinho la partita l’ha preparata nei dettagli, soprattutto con Zaniolo che ha preso da parte alla vigilia spiegandogli come avrebbe dovuto approcciarsi: «Gli ho detto che doveva essere controllato. L’Udinese è una squadra che cerca di destabilizzare. Dopo l’esperienza di Nicolò con Di Bello che gli ha dato due gialli contro l’Inter, avevo paura. Questo gli ha messo timore».
Non solo, è consapevole che aver giocato in coppa in un campo ai limiti del praticabile ha comportato inevitabilmente delle conseguenze: «Qualche giocatore ha avuto difficoltà nell’entrare nel ritmo della gara. Una squadra che si prepara per una partita e una che viene da un match infrasettimanale hanno differenze al livello di intensità, concentrazione ed emotività».
Anche se le difficoltà non giustificano un certo tipo di gioco: «Anche io sono stanco, io sento la stanchezza dopo la partita, ma qualche mio giocatore l’ha sentita prima della partita e questo atteggiamento non mi è piaciuto. Bisogna crescere». Oggi pomeriggio la ripresa degli allenamenti.
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