AS ROMA NEWS MOURINHO BALL – Ormai ci ride su: ancora mi date del difensivista? Nella Roma che viaggia a due punti di media dalla quarta giornata, un passo da Champions League, si stagliano all’orizzonte i bagliori di un progetto tecnico che può diventare accecante: basta riavvolgere il nastro della partita contro l’Udinese e osservare daccapo l’azione del 2-1 al minuto 81, scrive il Corriere dello Sport.
C’è Azmoun, uno dei cambi vincenti di Mourinho, che va ad arpionare in ripiegamento un pallone nella sua metà campo. Poi succede che la squadra muova il pallone con efficace pazienza toccandolo 11 volte con 11 interpreti diverso fino al flipper virtuoso innescato da Bove, valorizzato dallo stesso Azmoun, impreziosito da Lukaku e finalizzato da Dybala.
Una combinazione da Manchester City, capace di stendere le argomentazioni dei critici più indomabili. Uno show che racconta un tentativo di evoluzione partito già dai primi giorni d’estate, in Portogallo, quando l’idea del fraseggio palla a terra precedeva persino l’avvento di Lukaku ed era stato pensato per Alvaro Morata.
La Roma ha battuto l’Udinese con la qualità e non con i nervi. È una grande novità che proietta per la prima volta i ragazzi di Mou, più bravi che «banditi», al quinto posto in classifica. Non è una novità invece il talento di restare sempre in partita, come dimostrano gli 11 gol segnati oltre il minuto 75 e i 10 dopo l’80’.
Domenica ne sono arrivati altri due a scavare una distanza sempre più ampia tra la Roma e il resto della Serie A. «Sembra che ci divertiamo a battere tutti i record e a risolvere la questione sempre davanti alla nostra curva». In effetti, grazie a questo complicato gioco di abilità, Mourinho ha raccolto 8 punti tra Salernitana (1), Monza (2), Lecce (3) e appunto Udinese (2). Sempre nel finale e sempre rotolando verso sud. Un caso? Per carità. Chiamiamolo Special Ball.
La Roma guida la classifica delle squadre last-minute, davanti a Inter e Napoli (8 gol oltre il 75’), Cagliari e Lecce (6) e Atalanta (5), per una Serie A che va sempre più a segno nel finale anche grazie ai recuperi extra-large. Ma questa non può essere l’unica spiegazione di una tendenza che accomuna tutte le 20 squadre: un anno fa, a un terzo di campionato, c’erano state 69 reti nel quarto d’ora conclusivo e in tre (Bologna, Verona e Spezia) non erano mai andate a segno in zona Mourinho; come è possibile vedere nella tabella in pagina oggi i gol sono dodici in più, ben 81, e nessuno è a secco (a 1 c’è solo il Genoa, la Roma è addirittura a +8 e +9) con 8 gol solo nell’ultimo turno.
Il rapporto tra le reti in generale e quelle arrivate negli ultimi 15 minuti rende ancor più evidente un diverso atteggiamento delle squadre: alla 13ª giornata dello scorso torneo erano stati segnati 333 gol, dopo le due sfide di ieri che hanno concluso la 13ª di A i gol totali sono 330. Si segna di meno, ma al tempo stesso è cresciuta la quantità di esultanze nelle battute finali, quando fatica ed emozioni raggiungono il picco.
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