Radja Nainggolan

(La Repubblica – M. Pinci) Il paradosso della Roma è che, dopo mesi spesi a cercare di allargare la rosa oltre gli undici intoccabili, arriverà alla partita dell’anno contro il Barça senza alternative. Bene che gli vada, l’unico lusso che potrà concedersi Di Francescosarà scegliere uno tra Nainggolan e Pellegrini. Il lunedì dell’Angelo in effetti una buona notizia l’ha portata: il mediano belga dovrebbe esserci. È lui a spingere per non mancare, visto che gli esami di ieri hanno accertato che il problema al flessore accusato sabato a Bologna è tutto sommato trascurabile. Con il Mondiale ancora in bilico, Nainggolan sa che l’affermazione internazionale deve passare necessariamente per Roma, anche se l’allenatore giocherà a nascondino forse fino alla mattina di mercoledì, quando la squadra si sottoporrà a una rifinitura in hotel. Per Nainggolan e per altri cinque romanisti, Barcellona sarà una sorta di déjà-vu: c’erano lui, Florenzi, Dzeko, Manolas e De Rossi ( lui, in panchina) al Camp Nou quando nel 2015 la Roma ne prese 6. Raccontano che quella partita Monchi l’abbia vista e rivista nelle ultime settimane, da quando l’ urna manipolata da Shevchenko gli ha assegnato il Barça. «Abbiamo l’uno per cento di possibilità di farcela ma lotteremo per difendere quella percentuale», ha detto ai media spagnoli in settimana il ds.



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