(Il Messaggero – U. Trani) La sfida dell’Olimpico, purtroppo ancora mezzo vuoto, merita senz’altro la prima serata. La Roma, 5 vittorie di fila (Champions inclusa), ospita il Napoli che, 7 successi su 7 in campionato, è da solo, a punteggio pieno, in testa alla classifica. Bastano, dunque, gli ultimi risultati per capire che notte sarà: in campo c’è il meglio della nostra serie A, anche se i giallorossi, con una partita da recuperare, sono 6 punti dietro. Di Francesco, però, sta cominciando il raccolto, dopo tre mesi in cui ha aggiustato tatticamente la squadra. Al punto da considerarla, nonostante il forfait di almeno quattro titolari, da scudetto e quindi all’altezza della capolista. Che, a vedere la partenza in questo torneo, non è però quella dei primi due anni con Sarri. Adesso non si accontenta di essere solo la più bella del reame. Preferisce andare sul concreto. Il braccio di ferro tra i due tecnici, entrambi capaci di proporre calcio puntando sul collettivo che esalta gli interpreti, rischia insomma di avere più significato delle qualità balistiche dei centravanti diversi, Dzeko e Mertens, già ispirati come nell’ultimo torneo.

ESAME COMPLICATO – L’equilibrio di squadra, come sa bene Di Francesco, inciderà sullo sviluppo della partita e sul risultato. Anche perché la Roma, nella serata in cui può avvicinarsi alla vetta e inviare un messaggio alle rivali, avrà davanti il miglior attacco della serie A, con 25 gol realizzati dai partenopei in 7 partite e quindi con una media di più di 3 a gara. Alisson, però, non ha incassato reti in 5 delle 8 partite (in 4 delle 6 giocate del torneo). I gol presi in campionato sono 4 (3 la notte dell’unico ko, contro l’Inter) e quindi meno di quelli del Napoli (5). Il trend positivo è evidente, a prescindere dalle rivali incrociate fin qui. E l’obiettivo è confermare subito la solidità dell’assetto nel test più impegnativo, puntando su organizzazione e concentrazione. Senza, però, perdere l’efficacia in attacco. Reparto che, fiaccato dagli infortuni, non è ancora decollato: pochi gol (14) per le chance create. Nel dna di giallorossi e partenopei comunque il gol è il principale ingrediente. Solo in una delle ultime 10 sfide hanno fatto cilecca: il 13 dicembre del 2015, 0 a 0 al San Paolo, con Garcia che, un mese prima del suo esonero, fermò Sarri.

POCA SCELTA – Di Francesco, per non concedere alibi pericolosi al suo gruppo, non fa alcun riferimento al peso delle assenze. Di sicuro sta messo peggio del collega. Il Napoli è senza Milik, la Roma non ha tra i convocati, oltre al convalescente Emerson, Strootman, Defrel, El Shaarawy e Schick. E Karsdorp, acquistato per essere il terzino destro titolare, stasera sarà per la prima volta in panchina. La differenza non è solo su come si presenteranno le due squadre al fischio d’inizio,ma sulle soluzioni che i due allenatori, abituati a intervenire in corsa, avranno a disposizione durante la sfida. Sarri, guardando l’elenco dei suoi 23 convocati, è avvantaggiato. Tra i 22 della lista giallorossa, insieme con Karsdorp, pure il terzino Nura e il giovane attaccante Antonucci, cioè tre giocatori fin qui mai utilizzati e in attesa del debutto inA.

RITIRO A TRIGORIA – La Roma non aspetterà la partita in albergo come è accaduto per le ultime gare. Di Francesco, lasciando facoltativo il pernottamento della vigilia al Bernardini, ha cambiato programma: appuntamento, come sempre, in mattinata e prima di pranzo a Trigoria e spostamento poi nel tardo pomeriggio direttamente all’Olimpico. Fermandosi nel centro sportivo, diminuiscono le distrazioni.



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