Tammy Abraham

ULTIME NOTIZIE AS ROMA SPEZIA – All’Olimpico arriva lo Spezia e non è un tornado, anche se i precedenti del 2015 (Garcia) e del 2020 (Fonseca), lo lascerebbero pensare. Parliamo di due eliminazioni pesanti (e storiche) dalla Coppa Italia: la prima dopo i calci di rigore, la seconda sia sul campo sia a tavolino dopo la figuraccia del numero di sostituzioni sbagliate da parte del tecnico portoghese, scrive Il Messaggero.

Lo scorso anno, l’allenatore della Roma, in campionato, è riuscito a battere in extremis all’Olimpico la squadra ben guidata da Vincenzo Italiano, con un gol (il 4-3) segnato negli ultimi secondi da Pellegrini, mentre in Liguria, ha chiuso l’annata con un malinconico 2-2. Stasera sarà diverso? Lo vedremo, l’Olimpico freme e crede ancora nel quarto posto, nonostante le ultime due sconfitte di fila in campionato. Mourinho chiede i gol ad Abraham, stimola Mayoral e riaccoglie Felix, ma l’emergenza non è ancora passata: stavolta mancheranno tra i titolari Zaniolo (infortunato e squalificato), Mancini (squalificato), più i lungodegenti Pellegrini, El Shaarawy e Perez.

Mou – con ancora tre partite da giocare da qui alla fine dell’anno – pensa già ai rinforzi e alla Roma del futuro, pur sapendo che la sua squadra non diventerà certo il Real Madrid, almeno nel breve. Piacevole parlare del futuro, meno del presente. «Mi piacerebbe lottare per altri obiettivi, ma sono molto contento di stare nella Roma, qui c’è un progetto diverso da quello a cui sono stato abituato nella mia carriera. Dall’inizio ho capito le difficoltà, se a gennaio sarà possibile fare qualcosa è quello che tutti noi vogliamo ma quel qualcosa non sarà un investimento pazzesco. Si farà un mercato per dare un po’ più di equilibrio. Vediamo se con le mie idee e le possibilità possiamo fare qualcosa». Al momento le urgenze sono il terzino e il centrocampista centrale (da Dalot a Bereszyski, fino a Henrichs e Grillitsch).

E’ un Mourinho che si riconcilia con il gm Pinto (di solito abbiamo ascoltato dalle due parti versioni diverse sul mercato) e chiarisce come non ci siano state promesse disattese da parte dei Friedkin. «Non sono dispiaciuto per il nostro mercato estivo, che è stato di reazione ai problemi. Non è vero che il club non voleva darmi un centrocampista e non abbiamo litigato per questo. Il non aver potuto avere tutto è una cosa che ovviamente mi è dispiaciuta perché voglio avere sempre la miglior rosa possibile per competere per traguardi più importanti: a me piacerebbe quello che piacerebbe a ogni allenatore, ovvero avere un gruppo sul quale lavorare e da costruire, che non vada in sofferenza davanti a infortuni o cartellini».

Per ora Mou si accontenta di creare un gruppo solido, con un buon contorno di giovani, anche se i ragazzi della Primavera non sono subito all’altezza. «Vengono da un campionato di livello molto basso. Che non prepara alla serie A. Nulla a che vedere con i campionati di Francia e Portogallo. Mi piacerebbe guardare la panchina come fa Inzaghi che vede Lautaro, Correa, Vidal, Darmian… Ma apprezzo anche questa realtà, che è diversa. Mi piace poter aiutare i giovani».

Costruire con un quarto posto conquistato diventerebbe più facile, ecco perché la Roma deve crederci, cominciando a vincere stasera contro lo Spezia, dimenticando la figuraccia contro l’Inter (la sconfitta del Napoli consente alla Roma di andare a meno otto dal quarto posto). Lo Spezia del suo amico Thiago Motta è avversario pericoloso ma non è l’Inter. L’attacco è l’unico reparto non in affanno, nonostante le assenze di ElSha e Zaniolo.

Mou può contare su Mayoral o Shomurodov al fianco di Abraham e in più ha recuperato (da tre giorni negativo al Covid test) Felix Afena, l’eroe di Marassi. «Shomurodov è più un calciatore da profondità, di corsa. Mayoral è più di palla, è pericoloso dentro l’aerea. Con l’uno o con l’altro, per Tammy non cambia molto». E’ un Mourinho in versione natalizia, non cerca polemiche interne né esterne e, quando lo provocano sulla statistica secondo la quale la Roma ha un’alta percentuale di ammoniti nonostante non primeggi per falli commessi, lui risponde: «Meglio parlare di un’altra statistica: siamo la squadra di A con più tiri in porta. Meglio così, almeno non dico niente di quello che non dovrei dire».



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