Eusebio Di Francesco

(Il Messaggero – U. Trani) «Dovrò comunque cambiare contro il Genoa per dare freschezza alla squadra». Di Francesco, lasciando domenica sera l’Olimpico, ha subito indicato il prossimo step. Domani, nello scomodo turno infrasettimanale, non potrà fare a meno del turnover. La Roma è stanca, fisicamente e mentalmente, pure nei suoi interpreti di garanzia. L’intervento, di conseguenza, è necessario in questa volata Champions che sarà lunga ancora 6 partite, alle quali però i giallorossi dovranno sommare pure le 2 di semifinale contro il Liverpool. L’allenatore, insomma, è pronto alla rotazione post derby: possibili 4-5 cambi nella formazione di partenza.

RENDIMENTO DECRESCENTE – Il turnover, almeno per 3 mesi (settembre, ottobre e novembre), ha permesso alla Roma di restare in corsa sia in campionato che in Champions. Alla fine del 2017 e all’inizio del 2018, con la squadra penalizzata dai (troppi) infortuni e mai aiutata dai (pochi) ricambi, non è stato altrettanto efficace. Lo confermano i risultati: prima di Natale, è uscita dalla Coppa Italia e dalla lotta scudetto. E, nel nuovo anno, non si è ripresa, perdendo punti preziosi in classifica che hanno permesso alla Lazio e all’Inter di restare in ballo per i 2 posti d’onore (e vitali per il bilancio di ogni club). Di Francesco, con i nuovi impegni di Champions, ha quindi limitato la rotazione in questo 2018. Prima del match d’andata contro lo Shakhtar, per vincere in trasferta contro l’Udinese, lasciò in panchina Kolarov e utilizzò solo nel finale di gara Strootman e Perotti. Ma, dopo Kharkiv, ecco il ko interno contro il Milan: fuori Florenzi e De Rossi, con Dzeko entrato nell’ultima mezz’ora. Funzionò, invece, per la gara di ritorno degli ottavi: qualche intervento e successi, prima contro il Torino senza Fazio, Perotti e Dzeko, e dopo contro il Crotone, senza Manolas, De Rossi e Perotti e con Florenzi, Strootman e Under schierati in corsa. Differente il metodo usato per le sfide contro il Barcellona: i migliori, a parte Dzeko poi entrato nell’ultima mezz’ora e come sempre decisivo, prima dell’andata dei quarti, per il deludente pari a Bologna, e 3 cambi, fuori De Rossi con Florenzi e Kolarov che poi hanno trovato spazio, dopo la gara del Camp Nou, per il 6° ko casalingo in campionato contro la Fiorentina. Che ha preceduto la notte della rimonta straordinaria per eliminare il Barça. Contro la Lazio, invece, solo l’esclusione iniziale di Florenzi, febbricitante alla vigilia.

VALUTAZIONE COMPLICATA – Adesso Di Francesco deve capire su chi puntare domani all’Olimpico contro il Genoa. Ogni scelta andrà pesata con il bilancino, guardando allo stato psicofisico di ogni giocatore, al calendario che sabato prevede la trasferta a Ferrara e mercoledì quella a Liverpool e alla classifica perché il 3° posto è da difendere. La Roma in campionato, non avendo la doppia rosa della Juve, fatica ad avere la stessa continuità mostrata in Champions: nelle ultime 3 partite, raccolti 2 punti e realizzato 1 gol. L’andamento lento non dà la certezza di partecipare alla prossima Champions. Il turnover, annunciato da Di Francesco, dovrà essere mirato all’obiettivo. Al momento è scontato solo il turno di riposo per Manolas e De Rossi, ai quali va aggiunto Peres. In bilico Strootman e anche Dzeko. Il centravanti, pur confermandosi insostituibile, salterà il Genoa o la Spal. Nel caso di 5 cambi, spazio dall’inizio a Florenzi, Gonalons, Pellegrini, Under ed El Shaarawy.

ASSETTO VARIABILE – La Roma ha chiuso il derby con il 4-2-3-1, dopo il 3-4-1-2 scelto all’inizio della ripresa: nel rombo offensivo, Nainggolan dietro a Dzeko, con Under ed El Shaarawy sui lati. Di Francesco può lasciare il 3-4-2-1 e ripartire da lì contro il Genoa (o dal 4-3-3, abbassando Nainggolan): se rinuncerà a Dzeko, confermerà Schick. Cambierebbe però la coppia di mediani davanti alla linea a 4: Pellegrini e Gonalons. E se non bastano, c’è sempre Strootman.



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