La Roma aspetterà Luciano Spalletti ma non ci sarà bisogno di tirare la corda fino al termine della stagione, quando i tempi potrebbero essere già stretti per pensare in fretta ad un’alternativa. Nonostante il viaggio romano di James Pallotta non abbia evidenziato novità o accelerazioni in tal senso, il tecnico comunicherà il prima possibile l’intenzione o meno di proseguire la propria permanenza in giallorosso, una forma di rispetto verso proprietà e dirigenza utile ad agevolare i piani futuri nell’organizzazione della prossima stagione. Anche perché nessuna decisione definitiva è ancora stata presa, tra i dubbi legati alla crescita e la competitività della rosa nel prossimo futuro e le risposte che l’allenatore è ancora in attesa di ricevere a partire dal tentativo di rimonta nel decisivo derby di Coppa Italia.
Certamente le scelte di Spalletti non passeranno soltanto dall’esito di una qualificazione (complicata, ma non impossibile), ma aiuterebbero ad avvicinare la fumata bianca. Nel frattempo James Pallotta, senza affrontare pubblicamente il discorso, ha preferito discutere della questione con i suoi più stretti collaboratori durante i numerosi appuntamenti andati in scena nei giorni scorsi allo studio Tonucci, perché se tutti preferirebbero evitare il sesto cambio alla guida tecnica della squadra in 6 anni, questa volta l’ultima parola non spetterà alla società. Almeno nel prossimo mese. Motivo per cui finora si è soltanto sfiorata l’ipotesi di lanciarsi all’interno della lista dei sostituti, non troppo lunga e formata al momento più da idee che da contatti concreti.
Con la priorità fissata su Spalletti, l’identikit dell’alternativa deve rispondere a determinate caratteristiche tecniche ed essere compatibile con il progetto di sviluppo del club nel prossimo futuro. Il raggiungimento del secondo posto (con relativi introiti garantiti dalla partecipazione alla Champions League) aiuterebbero ad indirizzare l’ago della bilancia verso una figura internazionale in grado di muoversi sulle stesse cifre di ingaggio (intorno ai 3 milioni di euro netti a stagione) ottenute da Spalletti circa un anno e mezzo fa a Miami. Per questo ritornerebbero d’attualità i nomi di Emery e Pochettino (portato al Tottnham da Baldini), profili seguiti con attenzione dalla Roma negli ultimi anni.
In entrambi i casi però occorrerà aspettare i prossimi mesi quando saranno più chiari i piani di Psg e Tottenham, molto simili come tempistiche agli attuali problemi che sta vivendo la panchina giallorossa. Al momento quindi anche il collegamento tra il possibile arrivo del nuovo ds Monchi insieme ad Emery (una coppia collaudata ai tempi del Siviglia) appare più come un’associazione di idee che altro.
La mancata necessità di affrettare subito i tempi ha lasciato nel campo delle ipotesi anche le piste italiane: da Gasperini (allenatore gradito soprattutto nel lavoro di crescita dei giovani) a Di Francesco, considerato tra i migliori sotto il punto di vista tattico, ma con l’incognita legata al passaggio in una piazza di primo livello. Una porta è stata aperta negli ultimi giorni da Mancini, «sono un professionista e la Roma è un grande club», anche se in questo caso i discorsi verrebbero spostati soprattutto sulle potenzialità d’investimento dedicate al prossimo mercato. Scenari in divenire, che a Trigoria sperano comunque di cancellare al più presto di fronte ad un «sì» di Spalletti.
Da un rinnovo all’altro è sicuramente più vicino l’accordo per il prolungamento di Daniele De Rossi: i continui passaggi a Trigoria negli ultimi giorni dell’agente Sergio Berti confermano la volontà comune di chiudere a breve la trattativa sulla base di un biennale a poco di 2 milioni netti a stagione. Un primo passo nel futuro.
(Il Tempo – A. Serafini)
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