AS ROMA NEWS UDINESE – Batosta. E favola. In due parole la sintesi della serata. L’Udinese frantuma i piani di fuga della Roma con un sonoro 4-0 e si butta nel gruppo delle grandi della classifica con una prestazione da incorniciare che i suoi tifosi non dimenticheranno tanto presto. Come riferisce La Gazzetta dello Sport, la partita ha un solo copione, stavolta a Mourinho non riesce la metamorfosi compiuta contro la Juve, quando nell’intervallo era riuscito a scuotere i suoi riprendendo un filo che sembrava inesorabilmente spezzato.
La superiorità della squadra di Sottil è totale, il suo centrocampo è un gioco di maschere dove ogni travestimento è uno spettacolo, una continua mobilità permette ai padroni di casa un’incessante superiorità numerica. L’Udinese è un gomitolo che si raccoglie e si scioglie con incredibile disinvoltura. E la Roma dura pochissimo, anche se la prima occasione è la sua, già nel primo minuto, con una conclusione di Dybala.
Un’immagine che fa pensare a tutt’altra trama: ma stavolta la Joya non riesce a bucare una delle sue vittime predilette (12 gol fra campionato e coppa e sette assist). È proprio la serata dell’Udinese, nonostante Sottil si permetta pure il lusso di far partire Beto dalla panchina per cercare di non bruciare i tempi del suo recupero dopo l’infortunio. Non solo: si parte e c’è subito l’infortunio a Bijol che costringe la difesa a rimescolarsi.
Lo stadio sembra un impianto di Premier: quella è l’elettricità. Che fa prendere la scossa a una Roma che va soltanto a sprazzi, ma poi alla fine viene travolta. Il 4-0 targato Udogie-Samardzic-Pereyra-Lovric è pesante, magari pure esagerato, anche se alla fine l’Udinese continua a premere esaltata dalla magia della serata e potrebbe persino arrotondare ancora il successo, ma fotografa una distanza di gioco e di efficacia fra le due squadre davvero innegabile.
La partita non incontra nessun bivio, va dritta perla sua strada senza avere voglia di cambiare direzione. L’Udinese ha in Deloufeu una specie di agente speciale in missione sulla trequarti: dovrebbe fare la seconda punta, ma in realtà arretra spesso e scombina i piani di una Roma insolitamente molle. Al tutto si aggiunge un monumentale Pereyra mentre Udogie, che l’Udinese ha tenuto in prestito, dimostra che il Tottenham ha speso bene: il gol, una specie di “furto” di pallone di fronte a un Karsdorp preso in contropiede nell’area, dà il via a un festival bianconero. L’Udinese si esalta con i suoi raid, vede spazi dappertutto proprio mentre scompaiono i varchi per le scorribande della Roma.
La squadra ha poche idee, Dybala è forse quello che ci crede di più, nel taccuino del primo tempo c’è anche una conclusione sventata da Silvestri poco prima del quarto d’ora, ma è pure l’unico tiro nello specchio per i giallorossi. C’è anche un contatto sospetto di Becao su Celik in area a inizio di ripresa e poi la traversa di Mancini (su corner di Dybala) da mettere in conto, quando si è ancora sul 2-0, ma il bilancio resta davvero pallido. In realtà l’Udinese sa avanzare con grande velocità per poi blindarsi e ridurre a un niente le corsie su cui dovrebbero passare gli avanti giallorossi a un niente. Tutto allora sembra farraginoso per la squadra di Mourinho, una sensazione che a volte la squadra aveva dato in qualche momento (vedi Cremonese, pure vincendo, e nel primo tempo della Juve). Ma qui tutto si amplifica perché l’ormai ex capolista non riesce a reagire con personalità. Si perde dentro uno scenario che non aveva messo in conto.
Quando vede le brutte, Mourinho se non tutte ne prova molte: lancia Belotti al fianco di Abraham a metà partita quando c’è ancora soltanto l’1-0 da recuperare. In effetti, l’inglese firma una delle sue prestazioni più opache, anche quando riceve palloni puliti (uno da applausi di Dybala), non riesce a essere mai veramente pericoloso.
Fatto sta che nel momento in cui, l’Udinese è al settimo cielo, il tecnico prova anche con Shomurodov, è una continua ricerca di soluzioni che non arrivano. Proprio non è aria. I tentativi della Roma finiscono su un muro che non ha crepe, non è proprio serata. Perdere 4-0 non è la fine del mondo, magari serate così ti insegnano anche tante cose. Ma c’è parecchio da mettere a punto e la squadra giallorossa deve impedire il rischio che il grande entusiasmo non riesca a produrre un sano pragmatismo capace di fronteggiare serate come queste. Tanto di cappello all’Udinese, che merita sicuramente il titolo di prima rivelazione.
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