Radja Nainggolan e Miralem Pjanic

(Il Messaggero – S. Carina) Non è tempo per i sentimentalismi. L’ultima gara dell’anno solare, quella con il Sassuolo, ha un posto speciale nel cuore di Di Francesco che al club emiliano deve molto e non esita a definirlo «un grande amore». Tuttavia mai come stavolta al tecnico servono i tre punti sia per rimanere agganciato al treno delle migliori (non dimenticando il jolly del recupero contro la Sampdoria) che per mettersi alle spalle due sconfitte – con il Torino in coppa Italia e con la Juventus in campionato – che qualche strascico lo hanno lasciato. Eusebio fiuta l’aria e conoscendo l’ambiente nel quale lavora e vive, ha soltanto una premura: difendere Schick. Non è un caso che non dia indicazioni sulla formazione. Né sul modulo («Abbiamo trovato un equilibrio e cerchiamo di mantenerlo. Potrò utilizzare il 4-3-3 o il 4-2-4»), tantomeno sull’undici titolare. Se lo schieramento – almeno in partenza – rimarrà fedele al 4-3-3, l’unica eccezione la regala per Patrik: «Lui giocherà dall’inizio, gli altri dieci vedremo». La mossa è da fine psicologo. Nel momento più difficile, dopo il gol sbagliato a tu per tu con Szczesny al 94’, Di Francesco tende la mano al ceco: «L’errore più grande è pensare che abbiamo perso a Torino per quell’occasione sprecata. Non è ancora un campione ma ha qualità e gli sono vicino. Deve avere la forza di mettersi alle spalle quanto accaduto».

ALLA RICERCA DEL GOL – Il Sassuolo targato Iachini che affronterà nel pomeriggio è in ripresa. Tre vittorie nelle ultime tre gare lo hanno allontanato dalla zona retrocessione. Tuttavia la tradizione sorride ai giallorossi: il club emiliano, infatti, non ha mai battuto la Roma in serie A (5 sconfitte e tre pareggi, ottenuti tutti all’Olimpico). E i neroverdi portano bene anche a Dzeko che gli ha segnato 3 reti nelle ultime due sfide. L’avversario ideale per il bosniaco, reduce da un gol nelle ultime 14 gare disputate: «L’Inter ha fatto 40 punti e di gol di Icardi ce ne sono stati tanti. E’ fondamentale che Edin ritorni a segnare, lui ha dimostrato di avere il gol nel sangue. Per statistica è uno dei giocatori che calcia più in porta del campionato, ha avuto meno lucidità o meno fortuna nell’ultimo periodo, ma deve tornare a segnare. E’ chiaro che se rimane fermo a 8-10 reti non potremo ambire a qualcosa di importante». Parole, volte a stimolare il centravanti, che sembrano però regalargli una maglia da titolare. Con Schick, inutile negarlo, il feeling va trovato. Sinora quando hanno giocato insieme – 184 minuti diluiti in 7 gare – ne è uscita fuori appena un gol, quello inutile contro il Torino.

GUEDES NEL MIRINO – Se in mediana è vivo il ballottaggio De Rossi-Gonalons, un altro ex della gara è Pellegrini, in vantaggio su Strootman:«Lorenzo è un classe’96 e sta giocando tanto, magari qualcuno pensa che dovrebbe giocare sempre, ma poi disputando ogni partita non si potrebbe esprimere al meglio. E’ un giocatore di grandissima prospettiva, non solo a livello italiano ma internazionale. Lo considero uno dei titolari di questa squadra». Che al momento gli sta bene così. Alla domanda sul mercato, Di Francesco glissa: «Non è il momento di parlarne». In realtà qualcosa sotto traccia si sta muovendo. Monchi ha messo nel mirino il difensore brasiliano Matheus Guedes del Santos. Si tratta di gigante di 1,95, classe ‘99, seguito da diversi club europei. Il ds sta cercando di anticipare la concorrenza, facendolo sbarcare in Italia già a gennaio per regalargli un periodo di apprendistato in vista della prossima stagione.



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