AS ROMA NEWS PELLEGRINI – È tornato, ha ritrovato la Coppa, alzata al cielo lo scorso 25 maggio a Tirana. La fascia da capitano è lì, la 10 ancora no, discorso per ora accantonato. Poi si vedrà. Lorenzo Pellegrini ha raggiunto i compagni dopo un periodo, meritato, di vacanza trascorso a Forte dei Marmi, che si è inevitabilmente prolungato per gli impegni con la Nazionale.
Come riferisce Il Messaggero, José Mourinho può sorridere, dal ritiro in Portogallo (partenza nel primo pomeriggio di oggi, le quattro amichevoli saranno in diretta su Dazn), potrà disporre del suo uomo di fiducia, quello che se ne avessi tre li schiererei tutti e tre titolari, tanto per intenderci.
Non è un anno normale per Lorenzo, chiamato alla consacrazione definitiva, con la Roma e con la Nazionale, perché anche Roberto Mancini ha intenzione di donargli una maglia da titolare per l’Italia del futuro. Lorenzo ha stabilito già un primato, che nemmeno mostri sacri come Totti e De Rossi erano riusciti a raggiungere, ovvero vincere in Europa con la maglia della Roma. Un punto di partenza, come lui stesso ha ammesso appena dopo alzata la coppa. “Mai avrei immaginato a ventisei anni di togliermi questa soddisfazione e con questa maglia. Speriamo capiti più spesso”. Ecco, una stagione per ripetersi: conquistare un posto in Champions e arrivare in fondo all’Europa League.
Mourinho, che sui social ha risposto con l’emoji zitti tutti a un fotomontaggio di un tatuaggio con raffigurata la Conference League alzata da Di Canio, ancora non ha a disposizione tutti gli uomini che voleva, c’è tempo prima della fine del mercato, per ora sono arrivati Svilar, Matic e Celik, che ieri a Trigoria è stato presentato e ha svelato i suoi desideri (“Mou rappresenta una motivazione in più, il mio obiettivo è essere un titolare, ma so che c’è Karsdorp, giocatore molto importante per il gruppo, mi trovo bene sia in una difesa a cinque sia a quattro”).
Pellegrini dovrà incollare il gruppo che c’è ora, aggiungere qualità e gestire anche qualche calciatore con l’umore sotto i piedi, vedi Zaniolo, che magari potrebbe trovare posto nella prossima amichevole in Portogallo. È il dovere di un capitano. Il dovere di giocatore è quello di ripetere, nei numeri, almeno la scorsa stagione, conclusasi con 14 reti in totale, 9 in campionato e cinque in Conference.
La 10 per ora non la vuole, troppo grossa la responsabilità, non sopporterebbe i paragoni, inevitabili, con Totti. Non sarebbero nemmeno giusti. Pellegrini, con la sua 7 vuole restare unico. Come gli ultimi capitani ha la fortuna di essere cresciuto nella Roma e di essere nato in questa città. E la gente ha imparato a volergli bene. “Può adattarsi a ogni ruolo, è universale. È intelligente, capisce il gioco e l’idea dell’allenatore”, anche questo disse di lui José Mourinho. Mica male, no?
Insieme con Pellegrini si sono rivisti a Trigoria anche Gianluca Mancini (sta per essere annunciato il rinnovo del contratto, accordo trovato ormai da tempo: ieri il suo manager era a Trigoria), altro uomo importante per Mou, Bryan Cristante, che sta discutendo il prolungamento (con ritocco economico) del contratto e Tammy Abraham. I vecchi ci sono, ora serve lo step decisivo: rinforzare la squadra.
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