AS ROMA NEWS DYBALA MOURINHO – Non è ricca, non è brutta, non è povera e neppure bella. Eppur si muove. Semplicemente: è la Roma. Con tutti i suoi difetti congeniti ma con una fantastica capacità (ora si deve dire) di saper interpretare il “momentum”. Almeno in coppa, scrive La Repubblica.
La Roma non ha una rosa spaziale. E molti dei suoi sono fragili. Incluso Dybala. Il potenziale dell’argentino campione del mondo si esprime però anche quando il ragazzo corre a fatica, sempre fasciato da qualche parte, sempre col timore che un passo più ampio o un’accelerazione improvvisa possano intaccare le sue “miofibrille”, scompensandole.
Gli basta entrare dalla panchina, dove giovedì era stato riposto per precauzione, per fare la differenza con appena tre gesti: lo stop di destro con rotazione per il suo gol personale (una meraviglia, una “gioia” per gli occhi), il colpo di testa fulmineo con cui cambia la velocità dell’azione della rete di El Sharaawy e il colpo di esterno sinistro, ovviamente di prima, per il 4-1.
Se questa fosse la Roma, Dybala e Matic, vincerebbe lo scudetto. Ma Dybala non è la Roma. E neppure Matic. Ne sono soltanto un pezzo, luminoso ma pur sempre un pezzo. La Roma del “Roma sì Feye no” è troppo splendente e continua per essere vera.
Nell’andamento del match di giovedì c’è tanto di Mourinho. Tenendo conto degli infortuni più recenti (Smalling, Wijnaldum) e della luce intermittente che emana dal carattere di quest’undici, non è detto che Mou basti per conquistare la finale.
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