(Il Messaggero – U. Trani) L’unico accostamento con la prossima tappa in Europa, al momento di scendere in campo nel pomeriggio, può essere solo cromatico. La Roma vedrà davanti a sé i colori rossoblu. Allo Scida, però, non avrà di fronte i blaugrana e Messi, ma il Crotone che lotta per non retrocedere. Il Barcellona è, dunque, ancora lontano. Qui conta esclusivamente il 3° posto, come ha ricordato Di Francesco. Prima della Champions di oggi, bisogna tenersi stretta quella di domani. Restando sul podio o comunque tra le migliori 4 del torneo.

SALTO IN ALTO La Roma, capace di raccogliere fuori casa gli stessi punti (28) che ha preso all’Olimpico dove ha giocato 2 gare in più, deve confermare i progressi mostrati ormai da qualche settimana. Ha ritrovato la continuità, scomparsa tra fine 2017 e inizio 2018. E, come certificato dalla promozione ai quarti di Champions, anche la condizione psicofisica ideale per essere competitiva su due fronti. In campionato la svolta è stata evidente, avendo ripreso quota con 5 vittorie nelle ultime 6 gare in cui, nonostante il ko contro il Milan senza fare gol (0-2), è riapparsa l’efficacia offensiva: 15 reti, media di 2,5 a partita. Al tempo stesso i giallorossi hanno riacquistato la solidità che li accompagnò nei primi mesi della stagione: 3 clean sheet in questi 6 match di serie A. Più che il sistema di gioco, passando pure in corsa dal 4-3-3 (in fase difensiva 4-1-4-1) al 4-2-3-1, hanno inciso l’equilibrio e l’atteggiamento. Comportamento da squadra. E il collettivo ha esaltato i singoli, a cominciare da Nainggolan e Dzeko che, con la loro disponibilità, hanno influito sul rendimento del gruppo.

ROTAZIONE EXTRALARGE Il match di oggi pomeriggio, già insidioso di suo con il Crotone in piena lotta per la salvezza (terzultimo, ha 10 punti in più del torneo scorso), si complica ulteriormente per la serie di contrattempi che hanno intralciato il lavoro della Roma a Trigoria prima di mettersi in viaggio. Così Di Francesco deve improvvisamente intervenire sulla formazione base, scelta nella fase cruciale della stagione, soprattutto nelle partite vinte il 3 marzo al San Paolo contro il Napoli e martedì all’Olimpico contro lo Shakhtar. Il turnover, più invasivo di quanto messo in preventivo dal tecnico in settimana, potrebbe esporre la Roma a qualche rischio. Alcuni imprevisti, del resto, hanno modificato il piano iniziale. I cambi, insomma, non sono per cautelarsi, guardando alla sfida di andata al Camp Nou del 4 aprile: in mezzo c’è la sosta per gli impegni delle nazionali e a seguire pure la trasferta di Bologna. Alla squalifica di De Rossi si è però aggiunta l’indisponibilità di Perotti (risentimento muscolare), escluso dalla lista dei 22 convocati che comprende i primavera Valeau (jolly) e Antonucci (punta). In più Florenzi ha recuperato solo al fotofinish e Manolas ha accusato qualche fastidio dopo la coppa. Con Under (titolare per 10 match di fila) e Strootman abbastanza provati, ecco che le novità dovrebbero essere addirittura 6: in difesa Peres e Jesus, a centrocampo Gonalons e Pellegrini, in attacco Gerson ed El Shaarawy. L’allenatore ha deciso di puntare su Gerson che, se vincerà il ballottaggio offensivo con Schick, è pronto a partire da esterno alto, permettendo a Pellegrini di trovare spazio da intermedio. Pure Zenga ha i suoi assenti: Izco, Rohden, Simic, Budimir e Tumminello. Ma, al contrario del collega, confermerà la squadra che ha largamente battuto, domenica scorsa, la Sampdoria (4-1).



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