AS ROMA NEWS ZANIOLO – «Deve imparare a giocare con gli altri». Le parole del ct Mancini pesano come un macigno. Anche di più della sostituzione dopo 45 minuti contro la Turchia dell’altra sera, dell’esclusione al derby, dei fischi contro il Vitesse o degli avvicendamenti ravvicinati in Olanda e a Udine operati da Mourinho, scrive Il Messaggero.
Una considerazione – edulcorata in un secondo momento sottolineando le qualità indiscutibili del ragazzo – che riporta indietro Nicolò di un anno e mezzo. Almeno nella percezione di molti. Perché queste erano le stesse riflessioni di Sacchi («Deve pensare di più e imparare che si gioca in undici. Non può fare la battaglia uno contro tutti») e in parte di Fonseca («Penso che debba capire che deve lavorare di più per la squadra») tra maggio 2020 e dicembre 2021.
Zaniolo vive un momento difficile. Fisicamente non è al top, l’umore è sotto i tacchi e in campo gli riesce poco e nulla. Come se non bastasse, con il cambio di modulo voluto da José (che adesso schiera due trequartisti dietro Abraham) ha perso il posto da titolare nella Roma e si trova a rincorrere. In campo e fuori visto il nodo contrattuale che non accenna a sciogliersi. Le voci di mercato, fanno poi il resto.
Ora, però, tocca a lui tirarsi fuori da questo limbo. Come? Mettendosi in discussione e ricominciando dalle cose semplici. Perché lo Zaniolo egoista o quello che «deve imparare a giocare con gli altri» contrasta con i 6 assist stagionali tra campionato e coppe o con l’intesa palesata con Abraham in questo avvio di 2022, prima della brusca flessione nel mese di marzo. Uno psicologo come Mou può/deve fare la differenza. Nicolò, 23 anni a luglio, era e resta un capitale per la Roma. Sia tecnico che finanziario, al di là di quella che può essere la strategia societaria nei suoi riguardi.
Perché se adesso il ragazzo, dopo quanto accaduto, ha presumibilmente perso potere contrattuale con il club nella trattativa per il rinnovo, l’altro piatto della bilancia vede in un’eventuale valutazione fatta da terzi, il costo del cartellino scendere. E non di poco. È dunque interesse comune riportare Zaniolo ai suoi livelli. Quale sia poi il suo futuro, alla Roma o altrove. Aprile deve rappresentare la rinascita. Tecnica e umorale.
Un po’ quello che si attende Spinazzola. Ieri il nazionale azzurro (accompagnato dal dottor Costa) è arrivato a Turku e in giornata sarà visitato dal professor Lampainen, lo stesso che lo operò a luglio dopo la rottura del tendine d’Achille. Quasi 300 giorni dopo, il nazionale azzurro attende il via libera definitivo per tornare ad allenarsi con la squadra.
In queste ultime settimane, assistito come un’ombra dal preparatore Lalin e dall’osteopata Martinelli, ha spesso effettuato il riscaldamento con il gruppo, per poi proseguire con il lavoro personalizzato. Se il blitz finnico confermerà i progressi, da metà aprile (ritorno contro il Bodo-Glimt in Conference League o 4 giorni dopo a Napoli) ogni partita potrebbe esser quella giusta per rivederlo nuovamente in campo. Il peggio, sembra ormai alle spalle. È tempo di ripartire. Per lui e per Zaniolo.
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