Quando si dice i centravanti. La Roma ce l’aveva (Dzeko) e ha vinto con i suoi due gol; al Napoli mancava (Milik) e ha perso in casa dopo 22 partite. Il colpo della Roma è grosso, è di quelli che restano stampati nel campionato e che avranno per forza dei riflessi su tutta la stagione. La Roma ha battuto il Napoli con tre gol, l’ha sorpassato in classifica, l’ha spinto a -7 dalla Juve (adesso è Spalletti l’anti-Allegri) ma soprattutto lo costringe a giorni di amara riflessione. Al San Paolo, la squadra di Sarri non perdeva da più di un campionato e soprattutto non aveva mai perso due gare di seguito in A. Ieri è successo per una serie di ragioni, fra cui, principalmente, i meriti di Spalletti, la concretezza della sua squadra e la nuova cattiveria di Dzeko. A Sarri mancava Milik e si è visto perfino con troppa chiarezza, poiché il suo sostituto Gabbiadini in 57 minuti non ha concluso una sola volta in porta e nemmeno fuori; ma a Spalletti mancava un bel pezzo di squadra e quando il suo collega conterraneo ha cominciato a cambiare e ricambiare (senza però trovare la soluzione ai problemi che stavano affliggendo il Napoli), il tecnico della Roma ha dovuto resistere più a lungo possibile perché in panchina (dove c’erano solo 8 giocatori) aveva ben poche risorse.
INIZIO A 3, POI A 3 E MEZZO – Però anche nel primo tempo, quando il Napoli sembrava più brillante, più sciolto, più autorevole nel gioco, la Roma ha retto bene il confronto con una strategia semplice ma di grande efficacia: palla a voi, campo a noi. Ha iniziato a difendere a tre, con Florenzi più avanzato sulla linea di centrocampo, ma dopo i primi due pizzicotti di Insigne si è rimessa a quattro senza mai scomporsi. Anzi, come dice Spalletti, a tre e mezzo, grazie al lavoro del giocatore tatticamente più intelligente della Serie A: Alessandro Florenzi. Il Napoli ha tenuto il pallone (alla fine 57,1 per cento di possesso palla), come era facile prevedere, però senza mai raggiungere un livello di estrema pericolosità anche perché dietro la coppia Manolas-Fazio faceva buona guardia. Nel modo di schierarsi di Spalletti, c’era solo un’imperfezione: Paredes, giocatore vero con la palla al piede, permetteva ad Hamsik di rosicchiargli spazio alle spalle e dallo slovacco partivano sempre i migliori suggerimenti per l’attacco del Napoli. Il resto tornava tutto, a cominciare dalla pressione di Nainggolan a uomo su Jorginho e quella di De Rossi su Allan.
IL VANTAGGIO – Il primo gol è arrivato per un eccesso di confidenza di Koulibaly, che stava vincendo tutti gli sprint su Salah e che forse per questo si è convinto di poterlo dribblare vicino alla bandierina del calcio d’angolo. Va aggiunto che nessun compagno è corso in suo aiuto per farsi dare la palla, come è necessario in quei casi. Salah gliel’ha rubata, l’ha piazzata al centro per Dzeko, girata del bosniaco e uno a zero. Il Napoli arrivava spesso alla conclusione (21 tiri alla fine), ma gli mancava la qualità nelle scelte finali e nell’esecuzione. Szczesny non ha fatto interventi miracolosi e nel primo tempo ha respinto solo un tiro di Ghoulam.
IL RADDOPPIO – Nella ripresa, il Napoli non ha aumentato la pericolosità, ma la pressione, allargando così gli spazi. Dopo un fallo di Koulibaly su Dzeko, la punizione tagliatissima di Florenzi ha raggiunto la testa del bosniaco, sul cui collo si era posato debolmente un braccio di Hysaj. Dzeko non si è nemmeno staccato da terra: 2-0. Sepolto dai fischi del San Paolo è uscito Gabbiadini ed è entrato Mertens, schierato centravanti. A quel punto, o il Napoli entrava in area romanista con i triangoli stretti, o provava la conclusione dalla distanza: i cross, vista la statura dei suoi tre attaccanti, erano tutti di Manolas e Fazio. Il gol napoletano è arrivato su calcio piazzato: angolo di Ghoulam, la testa di Koulibaly ha superato tutti e, con mezz’ora da giocare, se il Napoli avesse avuto l’energia dei suoi giorni migliori forse ce l’avrebbe fatta a pareggiare. Ma probabilmente le gare delle nazionali hanno pesato sugli azzurri più che sui romanisti: la differenza, sul piano fisico e atletico era tutta a favore della squadra di Spalletti. De Rossi e Paredes sono stati fenomenali nel chiudere i passaggi sugli esterni, Salah fantastico nelle ripartenze e con una di queste, su lancio di De Rossi, ha chiuso la partita. Che poteva riaprirsi al 90’ (e con 5’ da recuperare) se Jorginho non avesse sbagliato un rigore in movimento. E Jorginho era uno dei più riposati…
(Corriere dello Sport – A. Polverosi)
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