Il primo è stato Marquinhos. Probabilmente la sua più grande intuizione dopo Pastore, anche se è difficile immaginare cosa ne sarebbe stato del brasiliano se Zeman non lo avesse lanciato a 18 anni in prima squadra. Walter Sabatini i talenti li ha spesso scovati in giro per il mondo, ma da quando è il direttore sportivo della Roma (2011) non sempre le sue intuizioni sono state funzionali al progetto – tecnico e tattico – della squadra. Al progetto economico sì, perché quello che lui definisce “mercato dinamico”, cioè il mercato delle plusvalenze, in questi anni per la società è stato fondamentale. Soldi sì, parecchi, giocatori su cui costruire la rosa del futuro no. Via, altrove: dal brasiliano Marquinhos all’argentino Paredes (su cui la Juve ha messo pesantemente gli occhi), vengono da tre continenti i talenti su cui la Roma ha scommesso all’inizio per poi cederli, spesso, al miglior offerente.

DA NICO LOPEZ A JEDVAJ — Nel gennaio 2012, quando l’allenatore è ancora Luis Enrique, la Roma comunica ufficialmente di aver tesserato l’uruguayano Nico Lopez, classe 1993. Lo paga un milione e mezzo di dollari, esordisce in Serie A subentrando a Totti e segnando subito un gol decisivo contro il Catania, l’anno dopo entra nell’affare Benatia e viene ceduto all’Udinese che per la metà paga un milione di euro e poi lo prende a titolo definitivo. In Italia non sfonda, ora gioca nell’Internacional che lo ha pagato ai friulani 5 milioni di euro. Sempre nel 2012 a Trigoria arriva Marquinhos, il vero colpo di Sabatini: difensore centrale, pagato poco più di 4 milioni, viene lanciato e valorizzato da Zeman e nonostante la pessima stagione della squadra si mette in mostra, tanto che nel 2013 il Psg lo paga poco meno di 30 milioni di euro per portarlo a Parigi. Le operazioni successive sono meno fortunate, almeno sul campo: il croato Jedvaj costa 5 milioni, il campo lo vede raramente (2 presenze in prima squadra), ma viene ceduto al Bayer Leverkusen per 7 milioni di euro e la plusvalenza arriva.
Niente da fare, invece, per il turco Uçan: il prestito biennale dal Feberbahçe costa alla Roma 4.75 milioni di euro per appena 10 partite, per il riscatto ce ne vorrebbero 11 ma il suo nome accomuna Garcia e Spalletti: nessuno dei due lo fa giocare. Diverso il discorso su Sanabria: la Roma ci crede, e infatti ha mantenuto il diritto di recompra, ma sembra più una volontà della società che degli allenatori: Garcia non lo vedeva e infatti lo ha mandato allo Sporting Gijon in prestito, Spalletti non ha fatto nulla per trattenerlo. Pagato dalla Roma 5 milioni più 7 di bonus (maturati in minima parte), è stato ceduto per 7.5 al Betis. La Roma si è anche garantita il 50% di un’eventuale rivendita, segno che Sabatini è convinto che il ragazzo farà strada, nonostante a Trigoria, con la prima squadra, abbia giocato soltanto 2 partite per un totale di 33’.

Il direttore sportivo stravedeva per il paraguayano e stravede anche per Paredes, acquistato, via Chievo Verona, dal Boca, per 4.5 milioni nel 2014. Con la Roma ha giocato poco, 13 partite, poi la scorsa stagione è andato ad Empoli dove si è imposto, con 33 incontri all’attivo, come uno dei migliori registi della Serie A. Ha 22 anni, ha la testa di un uomo maturo (una compagna stabile, una figlia di due anni e un maschietto in arrivo), Spalletti lo ha paragonato a Pizarro, Montella lo vorrebbe al Milan, Allegri alla Juventus, magari dopo un’ulteriore stagione ad Empoli. Che farà la Roma? Ceduto Pjanic e con De Rossi in scadenza, punterà su di lui come regista del futuro o sarà solo l’ennesimo caso di giovane talento sacrificato per fare cassa? E cosa accadrà con l’altro argentino Ponce, costato anche lui poco meno di 5 milioni, protagonista dello scudetto Primavera, che per ora non è convinto di andare in prestito allo Sporting Gijon? A Sabatini, e Pallotta, la risposta. Intanto, il nigeriano Sadiq, riscattato a giugno dallo Spezia per 2.5 milioni, 6 presenze e 2 reti in campionato (tutte con Garcia a parte 1’ contro la Juve con Spalletti) sta preparando l’Olimpiade con la sua nazionale e, nel frattempo, entra praticamente in ogni trattativa di mercato della Roma. Anche lui, come gli altri, destinato a lasciare Trigoria in nome di una plusvalenza.

(Gazzetta.it – C. Zucchelli)



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