Roma-Sampdoria 1-1

ULTIME NOTIZIE AS ROMA SAMPDORIA – La Roma s’inceppa sulla diga della Samp. L’effetto Bergamo arriva all’Olimpico soltanto sugli spalti che tagliano un’altra volta il traguardo del tutto esaurito possibile, al 75 per cento della capienza. Per il resto la banda di Mou non riesce a ripetere il capolavoro in casa Atalanta e si porta a casa un 1-1 pieno di rimpianti, scrive La Gazzetta dello Sport.

La partita è ruvida, i tempi all’inizio li dà la Samp, che prima pressa alto, poi prova ad addormentare il match. E quando nel secondo tempo, Mourinho dà l’idea della mossa da scacco matto, con il doppio cambio che porta dentro la mischia Shomurodov ed El Shaarawy, dando un’impronta decisamente più offensiva alla squadra e giungendo al gol proprio con l’uzbeko, la banda di D’Aversa, che per la verità sembrava essersi smarrita in mezzo alla fiammata di entusiasmo giallorosso, ha il merito di non rassegnarsi alla trama della partita, riuscendo a cambiarla anche quando il finale sembra già scritto. Con la firma di un ispiratissimo Manolo Gabbiadini, al suo quinto centro di fila.

Non si può dire che la Sampdoria non abbia meritato il pareggio, è stata brava soprattutto a non sentirsi in soggezione all’inizio quando si poteva pensare che la Roma riuscisse a cavalcare l’onda del primo match vinto contro una big dopo un mare di tempo. Certo c’è stato forse qualche eccesso nel rallentare lo scorrere del gioco (beccato dal pubblico e stigmatizzato da Mourinho soprattutto qualche momento di “melina” del portiere Falcone, peraltro romano, sicuramente fra i migliori della serata).

Nel conto della partita bisogna metterci pure all’inizio della ripresa il palo di Candreva, ormai specialista in legni colpiti (è arrivato a quota 4 in campionato). La verità è che la Roma è andata a ondate, spesso miscelando bene il gioco fino alla tre quarti, ma poi faticando tanto per finalizzare. La zona Champions resta a sei punti e la Juventus si allontana a più due, così il buon Natale giallorosso è fatto di un bel po’ di rammarico. Non sorride soprattutto Abraham, che resta acciaccato a inizio di partita in un contrasto con Colley e poi all’inizio del secondo tempo alza bandiera bianca lasciando spazio a Felix.

Il primo tempo è farraginoso, un continuo vorrei ma non posso perché le corsie sono tutte affollate e i palloni davanti sono sempre complicati. Alla Roma manca un po’ di ordine, Abraham e Zaniolo si danno un gran da fare, però le soluzioni sono sempre complicate e anche le accelerazioni di Mikhitaryan si fermano spesso sul più bello.

Ogni tanto la partita s’accende ma per trovare i primi tiri nello specchio della porta bisogna aspettare gli ultimi dieci minuti prima con Gabbiadini e poi proprio con l’armeno. E’ come quando clicchi download per aprire un file e il computer s’incanta. E’ nella ripresa che la musica cambia, la Samp dopo il palo di Candreva tende a ripiegare. Ecco, quello è il momento in cui hai la sensazione che la Roma abbia trovato la strada. La Sampdoria arretra e quando Zaniolo inventa un bel tiro a giro su cui Falcone dice no in due tempi (la seconda sul tap in di Felix), Mourinho capisce che è il momento.

E’ di Shomurodov l’allungo con un batti e ribatti che al terzo tentativo finisce in gol. A quel punto la tavola sembra apparecchiata per il cenone. E invece no, perché da calcio d’angolo nasce l’opportunità che non t’aspetti, con Gabbiadini, che dopo il palo di Colley rovina la serata a Mourinho. Il finale è un arrembaggio che però sbatte su un muro. D’Aversa se la gode, l’allenatore di casa parla di «partita bruttissima». E dentro le loro differenti reazioni c’è tutto il senso della serata.



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