Lorenzo Pellegrini

AS ROMA NEWS INTER PELLEGRINIMourinho lo ripete ogni volta che può, quasi come fosse una cantilena. “Di Pellegrini ne vorrei tre, per mandarli in campo tutti e tre insieme”. A conti fatti, José dovrà accontentarsi di quel che ha. Che comunque è già tanta roba, seppur ancora non scintillante come lo scorso anno, quando il capitano della Roma chiuse la stagione con 14 gol e 8 assist, scrive La Gazzetta dello Sport. Ecco, per fare risultato oggi a Milano, contro l’Inter, servirà proprio quel Pellegrini lì. Simbolo di Roma, ma anche di una squadra piena zeppa di italiani, molti dei quali anche nazionali.

Certo, le scorie dell’infortunio patito con l’Atalanta (e che gli ha fatto saltare proprio le due partite dell’Italia in Nations League) non aiutano, ma nel frattempo Pellegrini è diventato davvero tridimensionale: fondamentale in campo, importante nello spogliatoio, amato dai tifosi. Tre anime diverse dello stesso giocatore. Che poi per la Roma non è un calciatore qualsiasi, ma il simbolo del club. Perché oltre ad essere forte e decisivo è anche romano e romanista.

Insomma, incarna l’identità, rappresenta il legame con la città, simboleggia una scia continua con i totem che lo hanno preceduto, due che si chiamano Totti e De Rossi. Un’eredità pesantissima, che Lorenzo ha però imparato a gestire. E sopportare, allo stesso tempo. Certo, in tempi di magra come quelli attuali bastano un paio di prestazioni sotto tono che tornano subito i paragoni con chi l’ha preceduto con la fascia al braccio. Ma fa parte del gioco. E di Roma, che solo quattro mesi fa, con la Conference League in braccio, lo esaltava come fosse una divinità.

È anche per questo che Pellegrini va a caccia di una prestazione super, una di quelle che in queste prime nove partite stagionali non gli è ancora riuscita. Sbancare San Siro, ad esempio, lo aiuterebbe a mettersi alle spalle una partenza lenta, per riprendere subito il ritmo preferito, quello che corre veloce verso successi e vittorie. Tra l’altro, Lorenzo a San Siro contro l’Inter ha un bilancio incolore, con tre pareggi e due sconfitte in cinque partite e nessun gol segnato. Non è che sia andato meglio quando al Meazza si è affacciato per affrontare al Milan, contro cui una vittoria l’ha portata anche a casa, a fronte però di cinque sconfitte. A conti fatti, uno stadio che non lo esalta. Almeno per ora.

Ma Pellegrini rappresenta anche un gruppo più ampio, quello degli italiani a disposizione di Mourinho. Oggi dovrebbero essere addirittura cinque in campo (oltre al capitano anche Mancini, Spinazzola, Zaniolo e Cristante) e altrettanti in panchina (Bove, Belotti, El Shaarawy, il terzo portiere Boer e Volpato, che tra l’altro ieri ha rinnovato il suo contratto con la Roma fino al 2026). Un’idea di fondo che a Trigoria sposano da un po’ e che porta anche la Roma ad essere la squadra più rappresentata in nazionale. Con Pellegrini in testa, ovviamente.



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