(Il Tempo – T. Carmellini) Prove tecniche di Livepool. E non solo perché la colonna sonora del pomeriggio è quell’«odio Liverpool, odio Liverpool, odio Liverpool» cantato a ripetizione dalla Curva Sud. Ma anche perché,guarda caso, all’Olimpico contro il modesto Chievo di Maran, finisce proprio con quel 4-1 che i tifosi romanisti sognano per ribaltare, mercoledì sera sempre nello stadio di casa, quella maledetta semifinale d’andata chiusa ad Anfield sul 5-2 per i Reds. Torna la Champions, ma soprattutto arriva la partita più importante della stagione giallorossa, quella per la quale vale la pena di rinunciare a qualcosa. Eppure Di Francesco, che stupido non è, sapeva benissimo quanto fosse importante vincere la sfida contro il Chievo e ha risparmiato poco o nulla: tranne gli acciaccati Perotti e Strootman, che molto probabilmente non recupereranno per la gara di mercoledì sera, gli unici assenti dal 1’ sono Florenzi, Manolas e Under. Perché sì, quella contro il Liverpool è la partita della vita, ma arrivare in fondo tra le prime quattro quest’anno fa davvero tuttala differenza del mondo. Così con il successo di ieri la Roma non solo diventa terza da sola aspettando la replica della Lazio impiegata oggi a Torino,ma mette anche carburante mentale per un gruppo che dovrà mettere dentro tutto quello che ha per ribaltare quel dolorosissimo 5-2. Lo ha già fatto contro il Barcellona, in una notte magica che però inevitabilmente toglierà qualcosa proprio a quella che andrà in scena tra tre giorni. Perché c’è già chi, sbagliando, dà tutto per scontato non considerando che quella contro il Liverpool sarà tutta un’alta partita. La gara di ieri invece sarebbe stata una formalità se dopo il 2-0 (gran gol in avvio di Schick che realizzala sua terza rete in giallorosso e raddoppio di Dzeko), Juan non avesse commesso in fallo da rigore che ha rischiato di riaprire tutto. Ma lì, tra i pali, c’è Alisson: para il penalty concesso dal pessimo Calvarese (peggiore in campo) e calciato da Inglese (altra coincidenza) e tiene in corsa i suoi rimasti in dieci per il rosso a Jesus. Di Francesco cambia, mette Manolas per Schick e la Roma non si ferma. El Shaarawy e il secondo gol di Dzeko chiudono la pratica prima della rete di Inglese che interessa solo agli amanti del tabellino. E ora il Liverpool con un po’ di serenità in più visto il ko dell’Inter ora 4 punti più sotto. Il che vuol dire che a Di Francesco bastano 6 punti per centrare l’obiettivo stagionale. Il resto rientra nella categoria «SOGNI».
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