Daniele De Rossi

(Il Messaggero – U. Trani) La Roma c’è e non sfigura in Europa: 0 a 0 contro l’Atletico e primo passo in questa Champions, con Alisson protagonista e migliore in campo anche per la Sud. L’Olimpico si riempie a metà e applaude i giallorossi, vivaci e propositivi nel gioco durante il primo tempo, aggressivi e umili nella ripresa quando è venuta fuori la superiorità tecnica e forse la migliore condizione fisica del gruppo di Simeone, più esperto e sicuramente più quotato (2° nel ranking Uefa, con i rivali solo al 27° posto). Di Francesco, insomma, ferma Simeone e conferma di non essere integralista: nella fase cruciale del match passa al 5-3-2. Per il punto e il prestigio.

SVOLTA TATTICA – L’allenatore sa, dunque, come e quando intervenire. E la Roma riesce finalmente a non prendere gol in Champions. L’ultima volta, proprio in casa, il 9 dicembre del 2015 contro il Bate Borisov: finita tra i fischi, nonostante la qualificazione agli ottavi. Bocciata la prestazione di quella sera, promossa invece quella del debutto di Di Francesco. Che, senza stravolgere la sua idea di calcio, sceglie in partenza la squadra migliore del momento. E, con il rientro di Peres a destra, conferma gli interpreti della prima e unica vittoria stagionale, il 20 agosto a Bergamo contro l’Atalanta. Il 4-3-3, proprio pesando lo spessore internazionale dell’Atletico, appare solo quando i giallorossi avanzano. In fase di non possesso palla ecco il 4-1-4-1, con De Rossi che si piazza davanti a Manolas e Jesus per far schermo e distribuzione, e soprattutto con il sacrificio ormai acclarato di Defrel a destra e di Perotti a sinistra. Simeone va sul classico, anche se comincia con Carrasco in panchina, schierando da esterni di centrocampo Saul e Koke. Davanti, accanto a Griezmann, Vietto.

AGGIUSTAMENTO INIZIALE – Subito un brivido: sinistro di Saul a lato. Lo innesca Filipe Luis che ha spesso spazio davanti a sé. Di Francesco chiede più copertura a Defrel su quella corsia, anche per aiutare Peres. Su quella fascia Koke, per liberare il compagno mancino che piomba da dietro, entra in mezzo la campo. Il 4-1-4-1 una volta sistemata la fascia destra, è dinamico e al tempo stesso compatto. Dzeko si sacrifica nel pressing, con Strootman e Nainggolan a seguirlo. La formula è dispendiosa contro il solito 4-4-2 dell’Atletico, ma funziona per limitare Griezmann che è sempre in agguato in area e anche fuori. Defrel, in collaborazione con Peres, gestisce le due fasi. Suo il primo tiro giallorosso della serata: sinistro largo.

SVISTA EVIDENTE – La Roma alza il ritmo e cambia spesso lato per attaccare. L’arbitro Mazic non vede il fallo di mano di Vietto in area su cross di Perotti. Il rigore è solare. Oblak è bravo quando blocca il destro potente da fuori di Nainggolan. E, l’Atletico, ripartendo, crea la chance più chiara della prima parte. Anzi due. Manolas in scivolata respinge sulla linea di porta il tocco di Koke e Alisson vola a seguire su Griezmann.

LA VIRATA – L’Atletico, dopo l’intervallo, accelera. Alisson è subito decisivo su Vietto che, in solitudine, si affaccia improvvisamente in area. Simeone, fiutando il calo della Roma, fa due mosse: Correa per Vietto e Carrasco per Gabi, con Saul mediano. Il gioco di prestigio di Correa viene scoperto da Alisson che tiene in partita i compagni. Di Francesco replica al collega e passa al 5-3-2: dentro Fazio per Defrel per frenare la spavalderia degli attaccanti avversari. Perotti cade in area, sbilanciato da Juanfran. Mazic concede la rimessa dal fondo. Si arrende Nainggolan, fastidio al polpaccio destro: tocca a Pellegrini. Esce Griezmann per Gaitan. L’ultimo corner esalta Alisson, festeggiato a lungo dalla Sud: paratona in pieno recupero sul colpo di testa di Saul che, sulla respinta, prende il palo. La Roma si tiene stretto il punto, meritato e sofferto.



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