NOTIZIE AS ROMA DI FRANCESCO – “Ditemi voi che cosa devo fare?”. Di Francesco, rivolgendosi alla platea dopo il pari di Bergamo, conferma che quanto si vede in campo in questa stagione sfugge anche al suo controllo. La Roma va sempre in altalena. Ingovernabile dall’allenatore, in panchina e nel lavoro quotidiano. Eusebio ammette di non avere la soluzione per questa squadra che appare e scompare. Efficace e vulnerabile nella stessa partita. Non conta lo spessore dell’avversario.
È solo la Roma da tenere sotto osservazione. L’incapacità di gestire il match (e il risultato) è il difetto che più angoscia Di Francesco. In casa e fuori. Ha fatto riferimento all’assenza di personalità, questione entrata nel colloquio avuto ieri con il gruppo. Nel paragone con la scorsa stagione, il passo indietro è evidente.
Sono andati via leader come Alisson, Nainggolan e Strootman. E De Rossi non gioca dal 28 ottobre. Eusebio non ha fatto un piega, fidandosi di interpreti di carisma come Fazio, Kolarov, Nzonzi e Dzeko. Dovrebbero trascinare. Si fanno invece coinvolgere, soprattutto quando il match prendere la piega peggiore. Evaporando con gli altri. Di Francesco sa che qualcosa nella preparazione atletica non ha funzionato.
L’estate prossima dovrà per forza modificarla. Anche perché i 27 infortuni muscolari incidono sul rendimento stagionale. A Bergamo è stato toccato il fondo. Nessun tiro in porta nella ripresa (mai più successo dal novembre 2011), possesso palla lasciato all’Atalanta (picco del 68 per cento), baricentro instabile e forzatamente basso. Le assenze non aiutano. Nemmeno gli impegni ravvicinati.
Ma il blocco mentale e il deficit atletico non sono sufficienti a motivare i soliti black out. Segna più che l’anno scorso (in 5 gare 15 gol, contando quella di Coppa Italia contro l’Entella: media di 3 a partita), ma ha già subito 29 reti (28 alla fine dell’ultimo torneo). Così in classifica ha 7 punti in meno ed è al 5° posto. Situazione non compromessa, ma da prendere di petto.
(Il Messaggero – U. Trani)
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