(Il Messaggero – U. Trani) Il derby è della Roma. Che, anche nella prestazione, è superiore alla Lazio: il 2 a 1 dell’Olimpico non fa una piega. Adesso, dopo 13 giornate, è davanti. Solo 2 punti di differenza in classifica (entrambe hanno 1 partita in meno), ma quanto basta a Di Francesco per passare la notte al 3° posto e inviare il messaggio alle rivali fin qui più accreditate: pure i giallorossi sono in corsa per lo scudetto. E fa bene a crederci ancora Inzaghi che, nella circostanza, paga gli impegni con le nazionali in giro per il pianeta: fisicamente i biancocelesti sono giù e non riescono a completare la rimonta.
SPETTACOLO DA CAPITALE – Gli applausi della Sud e dello stadio intero alla coreografia della Nord dedicata a Gabriele Sandri nel decennale della sua scomparsa. Le tifoserie danno al derby la spinta e l’immagine migliori. La partita vive inizialmente sul pubblico e a seguire sul gioco. L’impronta di Di Francesco è chiara come quella di Inzaghi. La sfida, con l’equilibrio scontato che c’è tra squadre di vertice, sarà poi decisa dagli episodi. Che arrivano dopo l’intervallo: l’errore di Bastos, con il fallo inutile su Kolarov, lancia la Roma, in vantaggio con il rigore di Perotti. Nainggolan, recuperato in extremis, spara il missile per il bis. Totti esulta in tribuna. Con un uno-due in 4 minuti, la Lazio sembra al tappeto. Manolas la rialza. Più che con una mano, con una sbracciata. Rigore che Rocchi assegna grazie al Var: Immobile non perdona. Ma non basta ai biancocelesti, anche se non è ancora la mezz’ora e la gara, con il recupero di 6 minuti, sembra non finire mai. La solidità è presente nel dna dei giallorossi dall’alba di questa stagione. Nessun brivido per Alisson.
COPIONE ANNUNCIATO – Di Francesco festeggia il 6° successo consecutivo, contando pure quello chic contro il Chelsea in Champions e, al debutto nel derby, interrompe la striscia record di Inzaghi che si ferma a 9 vittorie di fila. La Roma comincia con il 4-3-3 e con Nainggolan dall’inizio: per la prima volta in campionato, ecco riproposta una formazione già vista, anche se bisogna ritornare indietro fino al 23 settembre e alla gara casalinga vinta contro l’Udinese. La Lazio parte con il 3-5-1-1 e con Immobile titolare: avanti con la stessa squadra per il 5° match di fila.
BARICENTRO ALTO – La Roma è sicuramente più aggressiva. Il pressing di Perotti, Dzeko ed El Shaarawy soffoca i palleggiatori della Lazio. Che fatica nell’impostazione con Leiva e si affida al lancio in profondità delle sue tre sentinelle. Davanti, però, c’è solo Immobile. Mai in partita Luis Alberto. Fiacco Milinkovc e nervoso Lulic. Solo Parolo tiene, inserendosi con continuità, e anche Marusic, per un tempo, si propone a destra. Dzeko è il più pericoloso. Nainggolan straripa in mezzo e Strootman va sempre di corsa. I giallorossi, già nel primo tempo, conquistano la metà campo avversaria. E non rinunciano alla difesa alta. Sembrano approfittare della situazione: i bianconcelesti sono prudenti ed eccessivamente timidi.
AGGIUSTAMENTO IN CORSA – Perotti e Nainggolan caricano la Roma e soprattutto svegliano la Lazio. Inzaghi, sotto di 2 reti, interviene: dentro Lukaku e Nani rispettivamente per Lulic e Leiva, passando al 3-4-1-2. Lukaku attacca Florenzi. E lo stesso Nani, cambiando fascia e posizione, diventa pericoloso. Da destra va al cross e, su dormita di gruppo della difesa giallorossa, Manolas appoggia di braccio sul fondo. Il rigore viene da lontano, cioè dal Var: Irrati, l’arbitro che lo negò a Perotti contro l’Inter, lo assegna ai biancocelesti grazie al monitor. Immobile, già 20 gol stagionali e capocannoniere con 15, riporta in partita i compagni. Ci pensa, però, Di Francesco a chiudere il successo in cassaforte. Fuori chi ha la lingua di fuori: Gerson per El Shaarawy, Peres per Florenzi e Jesus per Nainggolan. Ecco la difesa a 3, e il 3-5-1-1, come contro l’Atletico Madrid. Il 12 settembre per non perdere, nella notte del debutto in Champions. Stavolta per vincere il suo primo derby.
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