AS ROMA NEWS DYBALA – A Monza non sarebbe andato lo stesso perché se fosse stato bene Paulo Dybala, a quest’ora, sarebbe stato in ritiro con la nazionale argentina. Ma il fuoriclasse giallorosso benissimo non sta e quindi niente Sud America e niente Gran Premio: gli sarebbe piaciuto andare, ma non ha avuto dubbi nel rifiutare l’invito perché doveva restare a Roma ad allenarsi, scrive il Corriere dello Sport.
Ieri, sabato, oggi e ovviamente domani: Dybala non ha saltato un giorno e ha alternato il lavoro a Trigoria con quello a casa. Palestra e fisioterapia, cinque ore d’allenamento quotidiano per tornare al top contro l’Empoli dopo la sosta. La lesione che lo ha costretto ad uscire contro il Verona non era profonda ma andava e va gestita con attenzione perché in un punto che, da qualche mese, gli crea problemi.
Totti, in questo senso, è un esempio: nel 2013 si fece male in un punto delicato, aveva 37 anni, sette in più di Paulo, ma riuscì a gestire la situazione per anni. E la lesione era persino più profonda di quella dell’argentino. Niente ansie, quindi, sensazioni positive: solo normale gestione di un giocatore che, ormai da tempo, sa di dover convivere con muscoli tanto preziosi quanto delicati.
Lo sa lui, lo sa la Roma che, mai come adesso, ha bisogno di riavere presto il miglior Dybala. Mourinho non vede l’ora di metterlo in coppia con Lukaku: devono conoscersi, trovarsi, capirsi e, visto che il belga è arrivato appena qualche giorno fa ed ora è in nazionale, è logico pensare che troveranno l’intesa giocando. L’importante è che stiano entrambi fisicamente bene perché da loro dipendono molte delle fortune della Roma.
La coppia che Marotta avrebbe voluto all’Inter un anno fa è, invece, la coppia che i Friedkin, Pinto e Mourinho hanno regalato ai romanisti che non vedono l’ora di vederli insieme. Sono i più seguiti sui social e i più rappresentativi della rosa. Tra l’altro, proprio Lukaku è stato vittima di cori razzisti venerdì da parte dei tifosi del Milan. Il club rossonero ieri ha precisato: “Nel Milan non c’è spazio per discriminazione e intolleranza, e siamo certi che questo atteggiamento sia condiviso tra i nostri veri sostenitori che ci seguono costantemente. Ci impegneremo insieme alle autorità affinché vengano accertati i fatti e individuati i responsabili degli insulti ascoltati allo Stadio Olimpico di Roma, pronti anche ad applicare il nostro codice etico per punire i singoli colpevoli”.
Paulo, dal canto suo, sta facendo di tutto per rimettersi al top fisicamente anche perché è ormai un mese, dal primo stop contro il Tolosa, che si allena a fasi alterne. Dybala vuole sì tornare quanto prima, ma vuole farlo nelle migliori condizioni perché dal diciassette settembre all’otto ottobre, tra campionato e coppe, ci saranno sette partite in 22 giorni.
Una ogni tre giorni, nel vero senso della parola. Per questo Dybala tornerà a disposizione solo quando starà davvero bene. Della sua fantasia, delle sue geometrie, dei suoi gol e anche della sua personalità la Roma ha davvero bisogno dopo questo complicato avvio di stagione e Paulo è pronto a fare la sua parte. Anche perché, ore che è finito il mercato, c’è anche un rinnovo da discutere con il club.
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