AS ROMA NEWS JURIC – Estraniarsi e lavorare. È questa la strada intrapresa da Ivan Juric per calarsi il più velocemente possibile nella nuova realtà romanista. Silenziando i mugugni di una piazza ancora scossa dall’esonero di De Rossi e mettendo anima e corpo all’interno di una Trigoria blindata, scrive La Repubblica.
Fuori ieri sono proseguite le proteste dei tifosi nei confronti della proprietà, mentre sui campi l’allenatore croato ha iniziato a studiare i suoi calciatori. Un lavoro iniziato, su carta, da alcuni giorni, appena capita l’opportunità di arrivare nella Capitale. E adesso spostata sui campi del Fulvio Bernardini. Senza troppi fronzoli.
Fischietto in bocca e cronometro alla mano. «Ritmo», la parola più utilizzata negli ultimi due giorni durante gli allenamenti. Sessioni ad alta intensità fatte appositamente per testare subito la tenuta di una squadra apparsa, in alcuni interpreti, troppo molle per le sue idee di calcio. Fatto di velocità, pressing e dedizione alla fatica. Sfruttando l’enorme qualità tecnica trovata a Trigoria. Juric nelle sue esperienze tra Crotone, Genova, Verona e Torino, mai aveva avuto a disposizione un parco giocatori di questo livello.
Chi lo conosce bene racconta un allenatore esaltato dalla possibilità datagli dai Friedkin. Giorni di studio su chi avrebbe trovato a Roma che gli hanno permesso di arrivare già con un’idea di base in testa. La difesa a 3 come dogma, da sviluppare con il materiale umano a disposizione.
Corsa, muscoli e geometrie in mezzo al campo. Che vuol dire Koné, Pisilli e Le Fée (di cui è innamorato) quando tornerà. Sulle fasce Angelino è il prototipo del quinto che ama (ricordate Dimarco a Verona?), oltre ad El Shaarawy. Con Abulhamid a destra carta a sorpresa. Davanti con Dovbyk alla Zapata, resta il dubbio Dybala (e le sue 15 presenze) o Soulé. Juric farà parlare gli allenamenti, senza preconcetti. E seguendo le sue idee, come ha sempre fatto in carriera.
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