Un salto nel passato, non solo per Nainggolan che a Cagliari ci ha lasciato il cuore. Nella sfida di campionato che segue la dolorosa eliminazione dalla Champions, nel rimettere insieme i pezzi Spalletti potrebbe incastrarli alla vecchia maniera, quella che gli ha permesso di fare 32 punti in 12 partite (10 vittorie e 2 pareggi) nella passata stagione: senza Dzeko nel tridente di partenza. Nessuna bocciatura per il bosniaco, che nelle amichevoli estive si è riscoperto efficace sotto porta e si è guadagnato, oltre alla fiducia dell’allenatore, il «perdono» dei tifosi. Fino a martedì. Contro il Porto il centravanti si è preso i primi fischi di quest’annata che sembrava andare verso una direzione migliore e invece in 90 minuti si è ribaltata ed è cambiato tutto. Uno spiacevole ritorno al passato, in questo caso, per Dzeko, che ha sentito i mugugni del pubblico ogni volta che non arrivava sulla palla in tempo: troppo corta, troppo lunga, troppo alta, non ne è andata bene una. Gli applausi di incoraggiamento alle occasioni sprecate sono già un ricordo, Spalletti aveva provato a correggere la squadra al 59’ della gara inserendo Iturbe per rendere più imprevedibile l’attacco giallorosso, sfortunatamente senza riuscire a ribaltare il risultato. Con El Shaarawy che scalpita per giocare domenica, ecco che la soluzione del tridente senza il bosniaco torna d’attualità. Anche perché l’ex City è il quinto giocatore più spremuto dal tecnico toscano finora: 239 minuti, 79 dei quali giocati in inferiorità numerica.

Proprio ieri i più stanchi hanno svolto un lavoro individuale a Trigoria: con Dzeko c’erano Nainggolan, Manolas, Salah e Perotti. Gli altri quattro sono certi di una maglia a Cagliari, Edin un po’ meno. Spalletti potrebbe consegnarlo riposato alla Nazionale bosniaca, che l’ha convocato per la gara del 6 settembre con l’Estonia, valida per le qualificazioni Mondiali. L’ipotesi di ripartire dalla «vecchia» Roma favorirebbe naturalmente El Shaarawy, fermo a 57 minuti dopo le 17 presenze da titolare nella scorsa stagione (da gennaio in poi) che l’avevano reso un acquisto-svolta per la squadra giallorossa. In Sardegna può sperare in una maglia tra i due punti fermi Perotti e Salah. Altre pedine fondamentali sono Nainggolan e Strootman a centrocampo, Manolas e Vermaelen in difesa. Il centrale belga torna dal 1’ dopo aver visto svanire il sogno Champions dalla tribuna dell’Olimpico per colpa della squalifica rimediata all’andata che ha condizionato il doppio scontro col Porto. Il rosso gli era costato i rimproveri pubblici e privati di Spalletti, ma non aveva avuto altre conseguenze, perché alla prima con l’Udinese era regolarmente al suo posto (e non sono previste multe per i falli di gioco).

Per De Rossi ed Emerson Palmieri potrebbe valere la stessa teoria, con la differenza che il brasiliano difficilmente rivedrà il campo domenica, mentre il centrocampista sfida Paredes per un posto in mediana. Tra i 14 cartellini pesanti presi in carriera ce n’è uno proprio contro il Cagliari, ma è anche uno dei club a cui il numero 16 ha fatto più gol: 3. Florenzi potrebbe inserirsi nel ballottaggio a centrocampo, visto che è guarito dal risentimento al polpaccio. Bruno Peres parte davanti a lui sulla corsia destra, Juan Jesus dall’altro lato. Il dualismo che si rinnova è quello tra portieri: dopo aver subito 3 gol dal Porto, con in particolare quello di Layun sulla coscienza, Szczesny potrebbe tornare in panchina e lasciare i pali ad Alisson. Un’eccezione al ritorno al passato che Spalletti sta prendendo in considerazione, un’opportunità per chi farà parte della Roma del futuro.

(Il Tempo – E. Menghi)



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