Paulo Dybala, Tammy Abraham, Lorenzo Pellegrini

AS ROMA NEWS SHAKHTAR – A vederli giocare così, tutti insieme, viene quasi da stropicciarsi gli occhi. Perché se è vero che l’emozione iniziale ha tradito per un po’ Dybala sul nastro della partenza (anche se poi il suo sarà un piccolo grande show), è anche vero che i Fab Four ieri hanno fatto vedere di quanta e quale qualità possa disporre quest’anno Mourinho in fase realizzativa.

Come riferisce La Gazzetta dello Sport, il paradigma perfetto si è materializzato al 19’, sul gol del vantaggio, quando Pellegrini, Zaniolo, Dybala e Abraham hanno dialogato tra di loro nello stretto (tutto in verticale, tutto velocissimo e molto bello da vedersi) consentendo al capitano di portare la Roma in vantaggio. D’altronde, la presentazione ufficiale della Roma si era aperta in modo meraviglioso con una festa suggestiva davanti ai 65mila dell’Olimpico e si è chiusa con la vittoria netta per 5-0 contro gli ucraini dello Shakhtar.

In mezzo, appunto, le magie di Dybala, le sponde di Abraham, la forza e gli strappi di Zaniolo e l’immensa fantasia di Pellegrini. I quattro tenori giallorossi, già ribattezzati Fab Four. Forse perché accanto a loro è destinato a esibirsi anche uno come Wijnaldum, l’altro pezzo pregiato dell’argenteria giallorossa messo in mostra ieri sera nella ripresa. Lui che a Liverpool ha scritto la storia e punta a ripeterla anche a Roma.

Capiamoci, lo Shakhtar è inevitabilmente avversario di basso cabotaggio, non fosse altro perché ha smantellato la squadra ed è ripartito con un nugolo di giovani. Tra questi anche Mudryk, che Fonseca voleva portare proprio a Trigoria un paio di anni fa e che ha anche buoni colpi. Del resto, per gli ucraini l’importante era tornare al calcio vero, molto più emozionante di bombe e colpi di mortaio. Insomma, va bene anche così, l’affetto iniziale della gente dell’Olimpico aveva già fatto emozionare i ragazzi di Jovicevic.

La festa era della Roma, ma anche un po’ loro. Sbandieratori, incasso devoluto in beneficienza, tanti ragazzi in tribuna con le bandiere gialle e blu. Poi le ovazioni, per le stelle della Roma: Dybala, Wijnaldum (accolto ovviamente con il suo coro, quello sulle note di This Girl), Zaniolo (quel “Nico Nico” a decibel altissimi non lo ha lasciato indifferente) e Pellegrini. Che da capitano ha griffato la festa con le parole che a Trigoria vogliono che siano un manifesto per l’intera stagione: «Ripartiamo con lo stesso entusiasmo dello scorso anno verso nuove vittorie. Forza Roma, sempre!».

Poi la partita, con l’intervallo canoro di Blanco. Ma i tenori veri avevano iniziato a cantare già prima: Dybala, Abraham, Zaniolo e Pellegrini. La mossa di abbassare il capitano in mezzo al campo si è dimostrata ancora giusta, perché da lì inventa e palleggia, ma soprattutto è l’innesco perfetto per qualsiasi giocata di valore. Da lui si parte, poi ci sono gli altri tre ad assisterlo. Come sul primo gol, appunto.

Dybala più in generale è partito lento, un paio di tiracci sporchi, ma poi si è sciolto e ha disegnato calcio con alcuni preziosismi dei suoi. Abraham invece si è sacrificato tanto, giocando soprattutto di sponda, mentre Zaniolo è stato a tratti incontenibile. Impressioni? Se Nicolò sta così, va tenuto a tutti i costi, anche per dare un segnale di forza a tutto il resto del campionato.

Sul finire del primo tempo la Roma si è poi sciolta, segnando con Mancini prima e sfruttando l’autorete di Konoplya poi. E nella ripresa El Shaarawy ha confezionato in verticale gli assist per Zaniolo e Bove, chiudendo il conto finale sul 5-0 per i giallorossi. Ma se davanti le punte si sono divertite assai, è in mezzo che la Roma ha trovato un’altra gemma di valore. In attesa infatti di vedere tutto ciò di cui è capace Wijnaldum, l’Olimpico ieri si è gustato soprattutto un Matic in formato maxi. Ha risolto ogni minima problematica in fase di costruzione, reso giocabile e pulito ogni pallone, oltre a rendersi prezioso anche in fase offensiva, creando di forza i presupposti per il 3-0 a fine primo tempo.

La sua personalità associata a quella di Wijnaldum in mezzo può creare una diga decisiva per qualsiasi tipo di avversario. Del resto, è anche grazie a loro che la Roma può poi ripartire e fare male in verticale. Dybala e Zaniolo, per esempio, ieri si sono infilati spesso negli spazi lasciati da Abraham, quando il centravanti si è abbassato per andare a dialogare. È uno dei temi tattici della Roma di Mou: ripartenze egli spazi, con la qualità infinita dei Fab Four.



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