Se vi piacciono le altimetrie sentimentali in puro stile Giro d’Italia, la Roma è la squadra che fa per voi. Pensateci. Una intera tifoseria da un lato mastica soddisfazione per una qualificazione diretta alla Champions League che sembra ormai ad un passo, dall’altro si strugge per l’imminente addio al calcio di capitan Totti che sarà consumato domenica. Già tutto questo basterebbe per vivere una settimana emotivamente piena, ma l’universo giallorosso non finisce mai di essere scosso nelle fondamenta e così ieri è arrivata la notizia riguardo Luciano Spalletti ormai vicino a essere il prossimo allenatore dell’Inter, come potete leggere nelle pagine precedenti. A questo punto la Roma sembrerebbe spiazzata, ma la parola d’ordine che circolava ieri a Trigoria era: niente fretta.
GLI EREDI – Certo, il fine stagione è incombente, ma alcuni dei possibili candidati hanno punti di forza e riserve da esaminare. Logico che, con l’arrivo di Monchi nel ruolo di d.s., sia lievitata la candidatura di Unai Emery, che con lo spagnolo ha lavorato (e assai bene) al Siviglia. L’allenatore – che ha l’handicap di non conoscere in maniera diretta la Serie A – è però sotto contratto col munifico Psg e, perso il campionato, può ancora vincere la Coppa di Francia dopo aver vinto la Coppa di Lega. Morale: se gli sceicchi lo confermassero, Emery resterebbe più che volentieri a Parigi. Discorso diverso per Paulo Sousa. Il tecnico portoghese è stimato sia perché conosce il calcio internazionale, sia perché ormai svezzato alle asperità del nostro campionato. Non solo, ha anche lavorato in una piazza calda come quella di Firenze e questo lo aiuterebbe ad ambientarsi in fretta nella polveriera romana. La controindicazione, comunque, non manca, visto che si dice come Sousa non abbia sempre il profilo dell’aziendalista, e quindi questo aspetto possa rappresentare una incognita per il club. Non avrebbe invece di certo questo tipo di problemi Eusebio Di Francesco, grande valorizzatore di giovani, fautore di bel calcio e ottimo conoscitore della Roma per avervi giocato. Ecco, semmai l’ostacolo potrebbe essere proprio questo, cioè avere un legame con una parte del mondo giallorosso pre-statunitense, che a Trigoria considerano spesso zavorra per le nuove ambizioni. Insomma, se Spalletti – come sembra – sarà folgorato sulla via cinese (e milionaria) di Appiano Gentile – la società giallorossa prende tempo, magari lavorando sotto traccia su qualche mister X. Intanto sta per arrivare il nuovo direttore commerciale del club: si chiama Luca Danovaro.
TOTTI: FESTA E FUTURO – Un altro che ancora non è uscito allo scoperto è capitan Totti, che tace riguardo al proprio futuro. Ieri il presidente federale Tavecchio gli avrebbe virtualmente aperto le porte anche della Figc, ma il numero 10 – anche per via del ricco contratto che lo aspetta nella Roma (circa 600.000 euro) – difficilmente accetterà una proposta del genere. Intanto, però, il club e la famiglia preparano la festa – Genoa permettendo – per l’ultima partita. Totti, fra video e musica, farà il giro di campo per salutare l’Olimpico tutto esaurito, poi riceverà un premio da parte del presidente e saluterà i compagni di squadra, che stanno preparando un regalo per lui. Per l’occasione, la Roma giocherà già con la maglia della prossima stagione, «contestualizzata» con un richiamo a Totti. Dopo la possibile cena d’ordinanza, ci sarà infine la parte familiare. Previsti doni speciali, ma non il più desiderato da tutti per Totti: l’eterna gioventù calcistica.
(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese/M. Cecchini)
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