AS ROMA NEWS LECCE SMALLING DYBALA – Faticoso. E’ il primo aggettivo che ci viene in mente per illustrare il 2-1 con cui la Roma viene a capo di un Lecce scorbutico, che non s’arrende a una trama della partita subito in salita, con tanto di espulsione di Hjulmand a metà del primo tempo. A parte un avvio gagliardo, la squadra giallorossa è una frequente interruzione sul più bello, nel senso che è proprio lo sbocco offensivo il momento più complicato, scrive La Gazzetta dello Sport.
Mourinho ne prova diverse, lascia in panchina Abraham e punta su Belotti, poi dopo il primo tempo rilancia l’inglese e ferma un Zaniolo poco lucido sotto porta. In effetti, la mossa Tammy sveglia la Roma e la partita che alla virata di metà gara s’era fermata sull’1-1. È proprio Abraham a procurarsi il rigore e a dare a Dybala l’occasione per trasformare il penalty ma anche per accusare proprio nella trasformazione il problema alla coscia che lo costringe a uscire. E questa è davvero la notizia peggiore perché c’è pure il rischio di rivedere l’argentino in giallorosso solo nel 2023. Un’assenza davvero preoccupante per la Roma di oggi.
Perché è davanti che la Roma morde pochino. La pressione c’è, basti pensare al dato dei calci d’angolo, ma molto spesso non riesce ad avere a una finalizzazione vincente. Tanto che l’altro marcatore di giornata è San Smalling, vero e proprio specialità in gol pesanti, rigorosamente di testa. Nel curriculum di questo scorcio di campionato ci sono tre graffi fondamentali dell’inglese, che era andato già a segno con la Cremonese, altra partita faticaccia che la Roma non riusciva a sbloccare, e naturalmente nel blitz vincente di San Siro con l’Inter.
La sensazione è di una Roma stressata dal doppio fronte campionato-Europa League che ancora non riesce a trovare la sua formula migliore per trasformare cilindrata in velocità. Il Lecce, comunque, dove ha debuttato il campione del mondo Umtiti, ha il merito di aver tenuto viva la partita fino all’ultimo nonostante la zavorra del gol tagliagambe all’inizio e dei tre quarti di partita in 10 uomini.
Il diario della partita è un continuo cambio di strade in mezzo a una partita dura, spezzata da diversi scontri di gioco. L’inizio inganna perché dà l’idea di un divario che poi non si dimostrerà tale nel corso della partita. Pronti via e la Roma colpisce. Non sono passati sei minuti quando una lunga pennellata di Pellegrini imbecca Chris Smalling. Potrebbe essere l’ideale toccata e fuga con la Roma che scappa.
Il Lecce è frastornato, per un quarto d’ora arranca di brutto mentre la Roma ha due occasioni niente male con Belotti che non arriva sull’assist di Zaniolo e una bella triangolazione Pellegrini-Cristante con il capitano che manda a lato. Poi ci si mette pure l’intervento scomposto di Hjulmand su Belotti che la Var sentenzia con un rosso che avrebbe potuto essere giallo. A questo punto uno pensa: si apre un’autostrada per Mourinho e magari c’è modo di far riposare pure qualcuno per il Betis.
Macché. Il Lecce in 10 si scopre vivo. Banda, il più vivo degli uomini di Baroni mette in difficoltà Zalewski e fa su e giù con efficacia e dà un pallone a Ceesay anticipato. Sono segnali. E così arriva il gol: corner, batti e ribatti in area e Strefezza trova un varco per battere Rui Patricio. Uno a uno. Che resiste a una bella botta di Zalewsky e a un pallone delizioso servito da Dybala per Zaniolo che non riesce a concludere.
Nella ripresa c’è lo sprazzo vincente targato Abraham-Dybala. E’ l’inglese che stavolta sembra più ispirato, da segnalare un bel movimento in area con cui si libera ma Baschirotto devia. All’ultimo, invece, è il portiere Falcone – ancora una volta per il romano (e romanista) una bella partita come già un anno fa quando era alla Sampdoria – a negargli il gol sul colpo di testa prima che un suo gol venga annullato per fuorigioco di Pellegrini. Verso il finale la partita si accende di nuovo. Banda cala, ma il nuovo entrato Di Francesco costruisce due conclusioni importanti, mentre la Roma sfiora il gol con Belotti e Zalewski. Finisce con continui capovolgimenti di fronte e alla fine per i 65mila dell’Olimpico i tre fischi di Prontera sono davvero una liberazione. Ma ora la grande preoccupazione si chiama Dybala.
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