Diego Perotti

(Il Tempo – T. Carmellini) Il 5-2 finale è lo specchio della partita, non fa una piega e racconta una serata che serata conclusa ma si riapre invece e lascia aperto uno spiraglio: seppur minimo. Perché i tifosi romanisti a rimettere quel sogno di nuovo nel cassetto una vita dopo, non ne vogliono proprio sapere. Perché nonostante il passivo pesantissimo, i romanisti stanno già facendo in conti sognando l’ennesima remuntada: anche se stavolta servirebbe più un miracolo vero e proprio. La Roma è rimasta quasi choccata dall’impatto con Anfield, perché scendere in campo in questo «forno» nonostante la pioggia incessante con la Coppa dalle grande orecchie che fa bella mostra sul trespolo lì a fianco, fa un certo effetto. E non potevano non essere una gara emozionante tra due squadre che fanno calcio. La Roma prova a mostrare i muscoli per evitare di andare in blocco psicologico, perché qui la pressione dello stadio si sente eccome. la traversa di Kolarov dopo diciotto minuti di gioco invece di mandare segnali positivi alla testa dei giallorossi, scatena l’ira dei padroni di casa che dalla mezz’ora in poi diventano padroni del campo e della partita. La squadra di Klopp ha capito come aggirare la difesa a tre fatta di colossi giallorossi ma con le caviglie di argilla e, chiaramente, di una lentezza naturale rispetto ai due brevilinei a disposizione del tecnico tedesco lì davanti. Manè, Firmino e soprattutto Salah cambiano marcia, la Roma concede troppo campo e diventa un’altra partita. Alisson fa quello che può mostrando i suoi numeri migliori fino al minuto trentasei quando Salah gli infila una palla sotto al sette: imprendibile. Da copione, immancabile il gol dell’ex andato via la scorsa estate a una cifra da capogiro ma che i tifosi romanisti non hanno ancora dimenticato: soprattutto in considerazione del fatto che al suo posti è arrivato Schick (finora un solo gol al suo attivo in campionato). L’egiziano non esulta,ma su questo nessuno aveva dubbi, poi inizia la rassegna rossa. È il momento migliore dei padroni di casa che colpiscono un attraversa due minuti dopo con Lovren e raddoppiano ancora con Salah: stavolta fuggito in velocità al povero Juan Jesus: sulla corsa non può essere una partita mai. Poi ancora Manè per il 3-0, va a tabellino due volte Firmino e sembra chiusa. ma nel finale la squadra di Klopp alza il piede dall’acceleratore e lasciano uno spiraglio alla Roma. Dzeko rianima i suoi con un gol di cattiveria e il rigore di Perotti apre la «luce» di questa speranza. Serve un miracolo, ma il calcio è una strana materia.



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