Ecco la Roma 2, quella di Coppa. Ma stavolta non è una scelta ragionata, di opportunità, ma una necessità. Spalletti è a caccia della sua quarta vittoria consecutiva, la seconda in Europa League dopo la doppietta di prestigio in campionato (con Inter e Napoli). Un successo lo porterebbe a sette punti nel girone E, staccando di tre lunghezze l’avversario di oggi, l’Austria Vienna e andando al comando da sola nel gruppo: (Viktoria Plzen è a quota 2, l’Astra Giurgiu è fermo a zero). E’ la notte della retroguardia, degli esaminandi: tocca a quel gruppetto di calciatori che, da qui in avanti, dovranno dare ossigeno ai così detti titolari, molti di loro fuori per infortunio (vedi Perotti e Peres, tanto per fare due esempi che vanno ad aggiungersi ai lungodegenti Vermaelen, Ruediger e Rui). E’ la notte di Totti, che ormai sta diventando un abitué in Europa League, specie all’Olimpico, dopo la splendida prestazione con i rumeni dell’Astra Giurgiu. Francesco festeggia la centesima in competizioni Uefa e cerca il gol numero 100 con Spalletti in panchina, cioè l’uomo con cui ha segnato di più.

TRIS (QUASI) INEDITO – E stasera il capitano giocherà insieme con Iturbe ed El Shaarawy, andando a formare un tridente che fin qui s’è sempre visto poco (e mai da titolare): il Faraone, Francesco e Manuel si sono incrociati in campo per 40 minuti (39.30) scarsi distribuiti in 4 partite. Se non è un tridente inedito, poco ci manca. Di positivo, ed è ciò che serve in questo genere di partite della prima fase di Europa League, è che tutti hanno qualcosa da dover mettere in più, proprio perché raramente impiegati come titolari. Totti in campionato è sceso in campo dal primo minuto solo una volta e altrettanto è successo in Europa League, Iturbe solo in coppa mentre El Shaarawy non gioca titolare dalla sfida con il Crotone (4 volte nell’undici in campionato, una in Europa League) e in quell’occasione l’unico suo gol fin qui realizzato. Un tridente inedito contro una squadra, l’Austria Vienna, sofferente in difesa, che ha il reparto migliore là davanti, proprio come la Roma. Gli austriaci (tifosi presenti stasera all’Olimpico circa 2000, davanti a pochi rivali giallorossi) sono il reale competitor della Roma, almeno per il primo posto nel girone e in trasferta è imbattuta.

GLI AVVERSARI – L’Austria Vienna di Thorsten Fink non è il Real, ma delle avversaria del girone E è di sicuro la più attrezzata. Il tecnico degli austriaci opta per il 4-2-3-1, modulo caro a Spalletti. Come detto è davanti che la squadra viennese dà il meglio, contando su giovani talenti, più Grunwald, il trequartista tutto tecnica ed estro. Fink può scegliere tra Olarenwaju Kayodé, che sembra partire favorito, e Kevin Friesenbichler. «Non abbiamo nulla da perdere», le parole del tecnico dicono tutto su chi è la favorita della serata. Ecco perché la Roma ha il dovere di non distrarsi. Ed è proprio quello che pensa Spalletti. «Se hai fatto una buona vittoria e dopo ti senti tranquillo e appagato vuol dire che non hai carattere. Non si torna indietro da Napoli. Bisogna essere squadra. L’equilibrio visto a Napoli si può ripetere solo così». Lucio lancia Gerson e poteva essere la serata di Seck, ma pure lui si è dovuto arrendere davanti a un infortunio: caviglia. Le scelte sono quasi obbligate, insomma. «La formazione che scelgo, nonostante abbia pochi uomini, è per vincere questa partita. Non do nessun contentino perché quello è il modo per perderle questo tipo di partite. Sono convinto che faremo un’altra buona prestazione, ho visto i miei calciatori interessati. Abbiamo parlato di tante cose e li ho visti con l’occhio giusto».

(Il Messaggero – A. Angeloni)



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