(Leggo – F. Balzani) Finora in campionato è stato impiegato soltanto fuori ruolo, una sorta di terzino destro, nei 6’ finali della partita di Bergamo contro l’Atalanta. Ma Lorenzo Pellegrini ha voglia e bisogno di giocare di più: glielo chiede l’Italia, perché Ventura, spareggi permettendo, vuole portarlo al Mondiale e glielo chiede anche la Roma, che ha investito 10 milioni per riportarlo a casa. Di Francesco lo conosce bene, Pellegrini a sua volta conosce benissimo i movimenti che il tecnico chiede, ma la concorrenza a centrocampo è tanta. Lorenzo lo sapeva, trovare spazio con gente come Nainggolan e Strootman (nonostante una forma non ancora ottimale come dimostrato pure in nazionale) davanti non è semplicissimo, ma se il tecnico dovesse cambiare qualcosa nel suo schieramento tattico visto l’arrivo di Schick, per esempio avanzando Radja di qualche metro nel 4-3-2-1, ecco che Pellegrini avrebbe la strada spianata. Se, invece, Di Francesco insisterà nel 4-3-3 classico provato fino a questo momento, l’ex Sassuolo dovrà faticare un po’ di più per trovare spazio. Non che per Ventura, in fondo, sia un problema insormontabile, visto che al Bernabeu ha giocato Spinazzola, mai impiegato in Serie A, ma nell’anno del Mondiale giocare è una priorità. E allora Pellegrini dovrà metterci un po’ del suo per crescere. Il calendario fitto lo aiuterà. Da qui alla prossima sosta, quella di ottobre, ci saranno 7 partite – 5 di campionato e 2 di Champions – e Di Francesco avrà bisogno di tutti. E poi lui è abituato a partire piano: nel primo anno al Sassuolo fece la prima apparizione in campionato a novembre, alla dodicesima, la scorsa stagione iniziò a giocare sempre dalla settima giornata. Una sorta di diesel, quindi, chiamato adesso a fare il salto di qualità perché né la Roma né l’Italia possono permettersi di aspettare troppo. Tornando a Schick: nonostante il giorno di riposo ieri il ceco si è allenato per ritrovare la condizione e sperare in un posto da titolare contro la Samp sabato sera.
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