Tammy Abraham, Benjamin Tahirovic

AS ROMA NEWS CHAMPIONS – La Roma deve provarci. La Champions è lì a tre punti, distante appena una partita. Si procede a step, senza scossoni. Quelli magari arrivano a partita in corso. Come a Milano. Una gara praticamente persa, recuperata per i capelli tra l’87 e il 93. Non è la prima volta e con Mourinho in panchina non sarà nemmeno l’ultima. Perché se un fatto si ripete, continuare a parlare di casualità non si va lontano, scrive Il Messaggero.

In questa stagione la Roma ha recuperato il risultato ben 7 volte (Juventus, Inter, Betis a Siviglia, Verona, Ludogorets, Torino e Milan) proseguendo un trend iniziato lo scorso anno quando furono 15 le reti nell’ultimo quarto d’ora di gioco e ben 7 addirittura dopo il 90′. Il 4° posto è tornato così nel mirino dopo i 4 punti nelle prime due gare del 2023 che se si paragonano alle prime due dello scorso anno (entrambe ko), portano un +4 incoraggiante. Più per la testa che per altro. La Roma è una squadra umorale, nel senso che è legata molto all’umore del suo condottiero. Se José sta bene, il gruppo ne giova. Se è inquieto, fa più fatica.

Sono 31 i punti in classifica (+3 rispetto alla passata stagione), come quelli della Lazio e dell’Atalanta, tre in meno dell’Inter che dopo aver superato il Napoli, ha nuovamente frenato la marcia a Monza. Ma gli umori sono completamente diversi. Mentre Gasperini viaggia tra alti e bassi, i ragazzi di Sarri s’interrogano su questi blackout continui che stanno facendo perdere punti e terreno. Quelli di Inzaghi, sabato hanno probabilmente salutato il campionato. E per una squadra che era partita per vincere lo scudetto (oggi ha 6 punti in meno rispetto allo scorso torneo), il contraccolpo può arrivare in qualsiasi momento.

Il presente, insomma, garantisce qualche certezza e non sembra più angosciante come quello che si andava prefigurando dopo i primi 80 minuti di San Siro. Merito di quelle due giocate di Ibanez e Matic, la seconda poi sfruttata da Abraham, che regalano un’altra veste alla classifica giallorossa. Conti alla mano, fuori casa la Roma ha fermato Juventus (1-1), Inter (2-1) e Milan (2-2), viaggiando ad una media di 2 punti a gara (18 in 9). E all’Olimpico che i giallorossi hanno frenato raccogliendo appena 13 punti in 8 gare e segnando la miseria di 8 reti.

Il salto di qualità, quindi, passa proprio davanti ai propri tifosi. Da portare avanti, già domenica contro la Fiorentina. Poi è chiaro, la Roma deve migliorare la propria proposta di gioco e ritrovare qualche singolo (Zaniolo su tutti). Mou è il primo a saperlo. Lo schieramento iper-offensivo a San Siro era volto a sfruttare le lacune difensive del Milan, manifestatesi nel momento in cui è stato messo sotto pressione. Il problema è che per quasi 80 minuti, la squadra ha pensato soltanto ad una fase, quella difensiva, senza mai accennare a ripartire. C’è voluto un cambio in corsa, l’ingresso di Matic, per ridare quell’equilibrio che il gruppo sembrava aver smarrito.

Il resto lo hanno fatto l’incisività sulle palle da fermo. Con i due gol a Tatarusanu, il totale in campionato è arrivato a quota 10, il 47,6% delle reti complessive. E il numero sale se si considera anche l’Europa League: 14. Anche in questo caso, continuare a tirare in ballo la fortuna è sinonimo di miopia. Dietro c’è uno studio portato avanti da José con il suo staff, a partire dalla costruzione della squadra. La Roma è un gruppo di corazzieri con nove giocatori che raggiungono o superano il metro e 90 con la media di tutta la rosa di 184,7 cm. Il resto lo fanno le esercitazioni settimanali a Trigoria.

Mou insomma, tra silenzi e indiscrezioni (venuta meno intanto la pista Portogallo che ha ufficializzato come nuovo ct Martinez) ci sta mettendo del suo. Adesso tocca a Pinto. La grande chance di essere protagonisti nella corsa Champions non va sprecata. E se le partenze di Vina (verso il Betis), Karsdorp (piace alla Juve) e Shomurodov (tra Verona, Cremonese e Torino) saranno propedeutiche agli arrivi di un terzino destro (Odriozola) e di un regista, anche con la formula del prestito, ben vengano. Meglio rischiare ora che vivere di rimpianti a giugno.



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