In campo a Boston, ad allenarsi, c’è la Roma di oggi. Che non può certo fermarsi dopo il nuovo crac, con Mario Rui costretto al lungo stop. Adesso è in piena emergenza, più incompleta di prima, con la difesa ridotta ai minimi termini. Ma, come step iniziale, bisogna solo prenderne atto e andare avanti nella fase di preparazione per i play off di Champions (16 o 17 agosto la gara d’andata). Spalletti è pronto a lavorare con i giocatori rimasti a disposizione. Al tempo stesso, però, si augura che al più presto arrivino i rinforzi necessari per riqualificare la squadra. Perché lì dietro non può più nemmeno scegliere. Ha gli interpreti contati. E, tra loro, alcuni diventeranno per forza adattati. Dunque servono subito un terzino e un centrale. Non conta più il piede di riferimento: destro o sinistro, fa lo stesso. Anche perché ogni zona (o corsia) risulta al momento scoperta. Tant’è vero che di innesti ce ne vorrebbero tre: due giocatori di fascia e uno in mezzo. Sabatini lo sa. Come sa che non può esagerare con gli investimenti. Se ne riparlerà più avanti, a fine mese. In caso di promozione alla fase a gironi il ds potrebbe fare uno strappo alla regola del Financial Fair Play e arricchire una rosa che ha già perso due titolari e che quindi è numericamente imperfetta.
SENZA SCELTA – L’infortunio di Mario Rui, simile alla lesione del legamento crociato che ha fermato pure Ruediger prima dell’Europeo, penalizza ulteriormente il tecnico proprio nei giorni cruciali per preparare il debutto in Europa. Lucio, fino a venerdì pomeriggio, si sarebbe accontentato di un difensore capace di giocare sia da terzino destro che da centrale. Ora, con la situazione improvvisamente precipitata, l’allenatore si dovrà inventare qualcosa per prendere di petto l’emergenza, rivedendo pure alcuni ruoli dei giocatori che avrebbe voluto schierare in altre posizioni del campo.
MARCIA INDIETRO – La virata è obbligatoria per mancanza di interpreti. Addirittura è nuovo il portiere: Alisson. Szczesny c’è, ma ancora non si vede: resta in lista d’attesa. In teoria il posto è suo: così nelle intenzioni del tecnico. I difensori disponibili sono invece 6: Manolas, Gyomber, Torosidis, Emerson Palmieri, Juan Jesus e Seck. I primi tre destri, gli altri mancini. Divisione perfetta, anche nei ruoli.Ma Spalletti, come possibili titolari, considera solo Manolas e Juan Jesus. In più tiene in ballo Emerson Palmieri, come si è visto nei test a Pinzolo e a Boston. Ecco che, numeri alla mano, sarà obbligato ad arretrare Florenzi e(o) De Rossi per sistemare il reparto arretrato in attesa di ricevere i giocatori richiesti. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, avendo inserito il primo, quando ha presentato la lista dei convocati per la tournée negli Usa, tra i centrocampisti e avendolo subito schierato, nel test contro i Boston Bolts, da esterno sinistro offensivo.
DOPPIA OPZIONE – La Roma, insomma, è da disegnare tatticamente. L’attenzione va, però, alla difesa. Che cambia a seconda degli interpreti utilizzati. La linea a quattro, ad esempio, chiama due mosse: Florenzi basso a destra e Juan Jesus largo a sinistra. I centrali disponibili restano due: Manolas e Gyomber. Il secondo, tolto momentaneamente dal mercato (e già prima dell’infortunio di Mario Rui), uscirebbe solo se Juan Jesus facesse il centrale, con Emerson Palmieri a sinistra. In teoria anche De Rossi può stare in mezzo. Ma, di solito, non nella difesa a quattro. Ecco la seconda soluzione, con i tre centrali. Da destra a sinistra: Manolas, De Rossi e Juan Jesus. E con la possibilità di passare incorsa a quattro: basta far scendere l’esterno di destra, preferibilmente Florenzi o volendo Emerson Palmieri.
ASSETTO INTERCAMBIABILE – Spalletti ha già dimostrato di essere in grado di modificare il sistema di gioco anche in partita. Con la linea a quattro, può scegliere il 4-2-4, senza Dzeko, come è successo spesso nella scorsa stagione. Ma non sono da escludere nemmeno il 4-2-3-1, il 4-3-3 e il 4-3-1-2. Il discorso vale anche per la difesa a tre, base per il 3-5-2. Lucio, però, proprio per mettersi a specchio contro la Juve di Allegri (primo ko della sua nuova gestione), puntò sul 3-4-2-1, con Salah e Nainggolan alle spalle di Dzeko. E, restando all’attualità, porterebbe all’esclusione del regista, cioè di Paredes. Dietro al centravanti, salirebbero Perotti (o El Shaarawy) e appunto Salah, con Nainggolan mediano accanto a Strootman. La formula più spregiudicata, sempre con il 3-5-2 (o con il 3-4-1-2), prevederebbe sulle fasce Florenzi ed El Shaarawy. Nemmeno Conte, però, è arrivato a tanto, durante l’Europeo.
(Il Messaggero – U. Trani)
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