Non è stato un commiato docile per Luciano Spalletti. A fine partita, l’allenatore se l’è presa con un cameramen che ne filmava l’imperturbabilità nei secondi in cui persino il colosso di ghiaccio, Kostas Manolas, rilasciava lacrime per l’addio di Totti. E quando la regia ha proiettato sul maxischermo il volto di Spalletti, 60.000 persone hanno fischiato come già avevano fatto all’annuncio delle formazioni, imputandogli senza filtri un comportamento ostile, o comunque irriguardoso, nei confronti del simbolo della Roma. Lì, davanti alla seconda bordata di fischi, Spalletti ha perso le staffe, calmato a fatica dai collaboratori di sempre Domenichini e Baldini. E dopo essersi arrabbiato con l’operatore, ha discusso animatamente anche con il giornalista di Sky Paolo Assogna a cui rimproverava manovre oscure per intervistare «i miei nemici», quelli che per partito preso gli avrebbero fatto la guerra.
(Corriere dello Sport)
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