Con i tre punti di ieri contro l’Inter, Luciano Spalletti, 10 anni dopo, supera se stesso. L’allenatore della Roma, infatti, tocca quota 59 punti alla ventiseiesima giornata e mai, nella sua esperienza romanista, era riuscito a fare così bene. Il record lo aveva stabilito nel 2006-2007, l’anno dei tre campioni del Mondo in squadra (Totti, De Rossi e Perrotta), terminato con la Coppa Italia e la Scarpa d’oro del capitano: allora, dopo 26 turni, era a quota 56. Ieri, con la vittoria di San Siro, è arrivato a 59 e alla vigilia della sessantesima partita in giallorosso della sua nuova esperienza – mercoledì il derby contro la Lazio – ha una media punti di 2.15, nettamente superiore a quanto fatto finora in carriera: 1.86 durante la sua prima avventura in giallorosso (4 anni) e anche a quella con lo Zenit quando, nel non irresistibile campionato russo, si era fermato a 1.99.
CRESCITA — Al netto di alcune spigolature caratteriali che, a questo punto, difficilmente riuscirà a limare, soprattutto nei confronti della stampa e del mondo esterno, Spalletti in questi anni è cresciuto molto. Nella sua prima stagione romanista, 2005-2006, dopo 26 giornate era a 51, l’anno successivo a 56, nel 2007-2008 a 55. Male, invece, nel 2008-2009, quando a questo punto aveva appena 44 punti. Quella era una squadra che giocava a memoria col 4-2-3-1 e, anche senza tanti giocatori di primissima fascia (soprattutto nelle riserve) portò a casa tre trofei, sfiorò uno scudetto e arrivò tra le prime 8 d’Europa. Questa deve ancora vincere, ma è in corsa su tre fronti e, nonostante un gioco magari meno spettacolare rispetto al passato, ha una maggiore solidità difensiva e, soprattutto, è riuscita a migliorare quasi tutti i suoi uomini.
GARCIA NEL MIRINO — Vincendo all’Olimpico sabato col Napoli, Spalletti può superare il record di Garcia – 61 punti dopo 27 giornate, con i tre punti arriverebbe a 62 – ma intanto, in 44 partite di campionato, con 105 punti si è già messo alle spalle il francese. Tutto questo, però, ancora non gli basta per rinnovare il contratto in scadenza a giugno: vuole i risultati, vuole – almeno – un trofeo -, e vuole che gli sia garantita la competitività della squadra. Pretende tanto da se stesso, tanto da ripetere continuamente: “Io devo meritare la Roma”, ma pretende anche un club in linea con quella che Salah ha sintetizzato come: “Ossessione per la vittoria”. I record, al nuovo Spalletti, interessano fino a un certo punto.
(Gazzetta.it – C. Zucchelli)
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