Edin Dzeko

(Il Messaggero – U. Trani) In attesa di Schick e del risveglio dell’attacco che oggi vive di solo Dzeko (o quasi), la Roma si sente comunque una roccia. Solida nell’atteggiamento e robusta anche negli interpreti. Perché, dopo 9 partite (ce n’è sempre una da recuperare a Marassi contro la Sampdoria), la sua difesa è la migliore della serie A: 5 gol subiti (nei principali campionati d’Europa è la terza, dietro al Barça e il Leganes che ne hanno incassati 3 e alCity e allo United fermi a 4). Meglio del Napoli primo e dell’Inter seconda che, in questo turno infrasettimanale, hanno preso 2 reti a testa, con passivo per entrambe di 7 in 10 gare. La Juventus, per la cronaca, ne ha già incassati 10, cioè il doppio dei giallorossi, la Lazio addirittura 11. Di Francesco non si preoccupa per i pochi gol realizzati, 16 in campionato (8 in casa e 8 fuori) e 21 totali contando la Champions (10 di Dzeko, 7 in A e 3 in coppa): sarebbero stati di più senza gli 11 legni colpiti. Esuebio vede, invece, premiato il suo lavoro quotidiano: è l’organizzazione e non il singolo a incidere sulla compattezza che ha permesso i 7 clean sheet in 12 partite, compreso lo 0 a 0 contro l’Atletico Madrid. Alisson, insomma, è uscito dal campo 7 volte, 6 in campionato (4 su 4 fuori casa), senza prendere gol. Conta, dunque, il modo di stare in campo, prima ancora di distribuire i meriti al portiere o agli altri giocatori che, già 22 quelli utilizzati, cambiano in ogni partita (solo in 2 casi, gli stessi titolari).

DOLCE STIL NOVO – Spesso i successi della Roma sono stati etichettati come sporchi. La metà: 4 su 8. Le 3 vittorie in campionato per 1 a 0, in trasferta contro l’Atalanta e il Torino e all’Olimpico mercoledì sera contro il Crotone. E l’unica in Champions, sempre fuori casa, il 2 a 1 contro il Qarabag. Sporche, ma fino a un certo punto. Oltre che meritate, sono state soprattutto pulite. Senza rischiare di contraddirsi: pulite, cioè corrette. Perché il dato più significativo che accompagna i giallorossi sono i 10 cartellini gialli in 12 partite.Nessuna ammonizione in 4 match: quelli vinti contro il Benevento e l’Udinese (consecutivi) più l’ultimo con il Crotone. E nella partita di Londra contro il Chelsea, agonisticamente la più impegnativa. Solo a Bergamo (prima di campionato), 2 gialli: Nainggolan e Defrel. Poi al massimo 1: Jesus contro l’Inter, Perotti contro l’Atletico, De Rossi contro il Verona, Gonalons contro il Qarabag, Dzeko contro il Milan, Fazio e ancora De Rossi contro il Napoli e Alisson contro il Torino. Sanzionati, dunque, il portiere (perdita di tempo) e 8 giocatori. E nessun diffidato. Solo De Rossi (comportamento scorretto nei confronti di un avversario), fin qui, ha concesso il bis.

SERENITA’ RITROVATA – La Sampdoria, stesse gare giocate (9), ha commesso meno falli della Roma (media di 10,4 a partita): 87/94. Ma nessuna squadra di A ha ricevuto 8 gialli (quella di Giampaolo, ad esempio, è già a 12, come il Napoli e peggio del Crotone che conta fino a 11). Disciplinati, quindi. Tatticamente, però. Ordinati e anche tosti. Solo il Napoli, tra le prime 5 della classifica, va in tackle come la Roma (media identica: 15, 8 a match). Di solito i contrasti aumentano nelle formazioni che devono fermare la qualità di avversarie migliori. Non a caso il Crotone è in testa nella speciale classifica (21 di media). E l’Atalanta subito dietro (19,4) perché Gasperini difende uno contro uno. Di Francesco e Sarri, invece, scelgono l’equilibrio.Che a Trigoria, a quanto pare, è anche mentale.



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