Adesso la Roma stenta anche in Italia. In vantaggio di due gol al Sant’Elia, regala il pari al neo promosso Cagliari: il 2 a 2 incide innanzitutto sulla classifica. Ma fa male anche psicologicamente. Perché i giallorossi non si sono ancora ripresi dall’eliminazione umiliante nel playoff di Champions e anche Spalletti sembra aver perso il controllo della situazione. Le sue scelte, iniziali e in corsa, non hanno aiutato il gruppo: ha cominciato senza centravanti, lo ha rivoluto dopo il primo tempo e ha chiuso con la difesa tre. Confusione in campo e in panchina.
DDR DEGRADATO – Il risultato deludente non è l’unica sorpresa della serata. De Rossi lascia la fascia di capitano a Florenzi, con Strootman vice: è la prima conseguenza dell’espulsione contro il Porto. L’altra, legata al secondo rosso nella partita di martedì in Champions, spinge Emerson in panchina. Il regolamento interno viene però applicato solo per il senatore della Nazionale. Il brasiliano, invece, va fuori per scelta tecnica dopo le distrazioni in tutt’e tre le gare ufficiali che hanno preceduto questa trasferta in Sardegna. La difesa, dunque, è inedita. A destra rientra Florenzi, al centro torna Vermaelen accanto a Manolas e a sinistra va Peres.
RITORNO AL PASSATO – Anche Dzeko esce per la prima volta in quest’annata dalla formazione di partenza. Spalletti, come è successo spesso nello scorsa stagione, rinuncia al centravanti e piazza Perotti nel vertice alto del rombo, in mezzo a Salah ed El Shaarawy. Più che il falso nove, è il quarto palleggiatore. Il 4-3-1-2, in alcune fasi di gioco, tende al 4-2-4, con Nainggolan vicino a Perotti e con Florenzi e Peres che avanzano sui lati. Di sicuro, davanti, non dà punti di riferimento. I giallorossi, come contro l’Udinese nella pomeriggio del debutto in campionato, sbloccano il risultato su rigore. Che stavolta arriva prestissimo: sul lancio di Florenzi, Isla atterra El Shaarawy. Perotti spiazza Storari. Salah ha la chance per il raddoppio, ancora su sprint di El Shaarawy e apertura di Strootman. A metà tempo la Roma si rilassa, accusando la fatica dell’impegno di Champions, e il Cagliari prende coraggio. Il pressing del 4-3-1-2 di Rastelli è abbastanza efficace. Szczesny e Vermaelen commettono diversi errori in impostazione, regalando palla agli avversari. Sau è intraprendente e Barella, alle sue spalle, aggredisce, coperto da Di Gennaro e aiutato da Ionita e Padoin. Borriello scappa spesso a Manolas. Szczesny respinge il suo sinistro, il palo invece il colpo di testa in tuffo(sul cross di Di Gennaro è sembrato però in fuorigioco).
APPROSSIMAZIONE FINALE – Spalletti, in questa stagione, sembra però preferire la formula con il centravanti. Ecco che, dopo l’intervallo, inserisce Dzeko per El Shaarawy. La mossa, in pochi secondi, gli dà ragione. Cross di Salah, torre di Dzeko e destro vincente di Strootman che ritrova il gol dopo più di 2 anni e 7 mesi (l’ultimo all’Olimpico il 18 gennaio 2014 contro il Livorno). Il 4-2-3-1 funziona per dieci minuti. Sau supera Manolas in area e calcia di potenza: Szczesny è bravo, ma sulla respinta Borriello punisce ancora la sua ex squadra (solo l’anno scorso 1 gol con il Carpi e 2 con l’Atalanta). Sul 2 a 1, e in piena sofferenza più fisica che mentale, dentro Fazio per Perotti e terzo sistema di gioco della serata. Difesa a tre e spazio al 3-5-2. Rastelli risponde con Giannetti per Padoin. Sau pareggia, ma in fuorigioco: rete annullata. Tocca a Paredes per Strootman. E a Deiola per Barella. Il Cagliari va a dama prima del recupero: Florenzi appoggia a Isla, Fazio e Manolas si addormentano sulla spiazzata di Sau che inganna Szczesny: 2 a 2. La sosta servirà soprattutto a Spalletti. Tatticamente non è più tempo di stupire. La Roma non sa più gestire il risultato.
(Il Messaggero – U. Trani)
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