Una buona stagione a rischio disastro. Il motivetto è sempre lo stesso: secondo posto fondamentale per dare un respiro economico al club grazie alla qualificazione diretta alla Champions League e portare avanti un mercato competitivo. Lo ha ricordato ieri Jim Pallotta, aggiungendo che solo quando ci sarà lo stadio la squadra potrà essere davvero all’altezza delle big d’Europa: «Non possiamo andare a comprare un giocatore per 100 milioni solo perché è un grande nome e spenderli stupidamente, ci vogliono giocatori adatti per competere per lo scudetto. Spenderemo di più sicuramente quando avremo lo stadio». Parole che hanno fatto storcere il naso a Luciano Spalletti, sempre più in bilico sulla panchina della Roma dopo i forti attriti con la stampa e i risultati che tardano ad arrivare (vedi l’eliminazione dall’Europa League e Coppa Italia a rischio): «Se dopo 10 anni non si vince vanno cambiati anche i giocatori migliori. Se continui a fare le stesse cose che hai sempre fatto devi fare qualcosa di differente».
IL CONTRASTO Da una parte, quindi, il presidente che prima di dare moneta vuole vedere cammello, dall’altra il tecnico che (per i più maligni) discute platealmente con i giornalisti per crearsi un alibi e dare l’addio senza essere criticato dalla tifoseria. Pallotta (forse) lo ha capito e prova a difendersi rispedendo al mittente la patata bollente: «Il futuro di Luciano dipende da Luciano. Mi piacerebbe che rimanesse, mi piace come gioca, la sua tattica è molto bello averlo qui». Il messaggio è chiaro: a decidere è Spalletti, il contratto è pronto per essere firmato. Un continuo scarica barile che vede nella stampa il capro espiatorio di tutti i problemi che assillano il club.
IL FUTURO Questo è il quadro che la dirigenza romanista ha dipinto per il pubblico, forse anche per non far calare l’attenzione della squadra dall’obiettivo secondo posto. Andando a fondo, però, resta inverosimile che una società di calcio come la Roma dalle ambizioni europee, non abbia pianificato il suo futuro da qui a due mesi e mezzo. Che non abbia chiaro quale tecnico allenerà nella prossima stagione, quale strategia adottare in fase di mercato, cosa fare dei rinnovi di Totti e De Rossi e come comportarsi con le richieste di adeguamento di Nainggolan, Manolas e Strootman. Per adesso (apparentemente) Pallotta naviga a vista, gettando qua e là alcune tessere di un puzzle complicatissimo, ma non necessarie a capire quale sarà il disegno. In mattinata il presidente ha incontrato il direttore sportivo Frederic Massara, mentre nel pomeriggio sarà impegnato con il settore commerciale. Intanto Spalletti è partito in treno per Firenze, dove rimarrà due giorni in attesa della ripresa degli allenamenti fissata per giovedì. Piccoli passi, prima di svelare il futuro della Roma. Mai come oggi legato ai risultati.
(Il Messaggero – G. Lengua)
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