AS ROMA NEWS SASSUOLO – Sarebbe stata tenera la notte dei romanisti. E non solo perché battendo il Sassuolo avrebbe agganciato l’Inter al secondo posto, ma anche per la santificazione di quel senso di affratellamento, quel sentirsi soli contro tutti, che a torto o a ragione la squalifica per due turni di Mourinho ha ravvivato, scrive La Gazzetta dello Sport.
La (invero modesta) pañolada organizzata nel prepartita, l’urlo liberatorio del nome dell’allenatore portoghese – annunciato e apparso sul maxi-schermo -, gli striscioni a sostegno, il ruggire dello stadio a ogni fischio contrario, tutto ha fatto parte di una liturgia che però alla fine dei conti non è servita, visto che la squadra, a causa di un 3-4 edificato grazie alla doppietta di Laurientè, Zalewski, Berardi su rigore, Dybala, Pinamonti e Wijnaldum, è caduta in casa contro i neroverdi in piena forma.
Un dato su tutti: nelle ultime 7 partite il Sassuolo sarebbe secondo in Serie A con 16 punti, secondo solo al Napoli. Il tutto in una gara da luna park, indirizzata anche dalla giusta espulsione di Kumbulla – corroborata da un penalty – che ha costretto la Roma in dieci a una rimonta spezzagambe, in cui non passano inosservate le prime reti di Zalewski e Wijnaldum. Morale: domenica il derby con la Lazio – già evocato dai cori dei tifosi, che alla fine hanno applaudito la squadra – sembra avere quasi il sapore dello spareggio.
Al netto di un terreno di gioco brutto per tutti, è ovvio che la Roma sia stata penalizzata dalle assenze per infortunio e in chiave Coppa, visto che giovedì si giocheranno il passaggio dei quarti in Europa. Fuori gli infortunati Pellegrini, Belotti e Llorente, lo squalificato Cristante e i preservati Mancini (diffidato) e Dybala, che poi dovrà essere chiamato in causa, in avvio i giallorossi scelgono di spostare Ibanez a destra costruendo una fascia di adattati, visto che anche Zalewski non è una specialista di quel binario.
Questo peserà, anche perché sull’altra corsia il duello tra Spinazzola e Berardi è per spiriti forti, visto che entrambi propongono cose belle in attacco. In mezzo la regia tocca a Matic, che ha Bove come portatore d’acqua, mentre ad appoggiare Abraham tocca a Wijnaldum ed El Shaarawy. Dall’altra parte, il tridente è ben supportato da Frattesi, Maxime Lopez e Henrique, così come Toljan e Rogerio salgono spesso sulle fasce.
Eppure i giallorossi partono bene con Wijnaldum, stoppato da Consigli, e Abraham che manda fuori di poco. A quel punto, però, è il Sassuolo che sale in cattedra, con Berardi che comincia il suo duello con Rui Patricio. Fino al minuto 20’ le fasce sono neroverdi, che hanno Laurientè abile ad anticipare tutti sia al 13’ che al 18’, dopo che prima Pinamonti e poi Berardi avevano costretto il portoghese a parare.
L’uno-due scuote i giallorossi, che si buttano in avanti e si rendono pericolosi con Abraham ed El Shaarawy, ma è Zalewski ad alimentare le speranze con un tiro sporco su cui Consigli appare un po’ sorpreso. Negli spazi, però, il Sassuolo è pericoloso, così non sorprende che ancora Laurientè e poi Pinamonti sfiorino il tris. Insomma, ci sarebbe tutto per pensare a una ripresa equilibrata, quando al 46’ un calcio di Kumbulla all’astuto Berardi porta la chiamata del Var: è rigore e rosso. E dopo il gol dello stesso Berardi, la partita cambia.
Mourinho, da lontano, ordina ai suoi un 3-4-2 d’assalto, che col passare dei minuti e l’affievolirsi delle speranze riempirà di baby e panchinari. Ma l’ingresso di Paulo Dybala al solito è una scossa elettrica, visto che dopo appena cinque minuti accorcia le distanze con un gioiello dal limite. Dionisi fa segno ai suoi di non arretrare, così al 6’, sfruttando le praterie, Berardi colpisce la traversa dai sedici metri.
La gestione palla del Sassuolo e la progressiva stanchezza giallorossa cominciano a far perdere colpi alle emozioni. Così tocca a Zalewski, al 30’, impegnare Consigli dal limite, prima che Pinamonti, servito da Laurientè, non chiuda i giochi con un morbido sinistro sull’uscita di Rui Patricio. In realtà i due portieri vanno ancora in vetrina una volta a testa grazie a Dybala e Bajrami, ma è Wijnaldum, al 49’, a segnare e far aumentare i rimpianti della Roma.
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